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Guido Crosetto a L'aria che tira, consigli a Mario Draghi sul vaccino: "Regole chiare, basta copiare Israele"

Guido Crosetto

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"Basta copiare". Guido Crosetto, ospite di Myrta Merlino a L'aria che tira su La7, racconta come ha affrontato Israele la campagna vaccinale. "Il responsabile delle vaccinazioni in Israele ha studiato a Bologna, parla italiano perfettamente" spiega Crosetto che dà un consiglio al premier Mario Draghi: "Non si vaccina negli ospedali ma in qualunque altro posto non ospedaliero. Hanno regole chiarissime, basta copiare". 

E ancora, prosegue Crosetto: "Se adesso non ci sono vaccini ma pensiamo che ce ne saranno in futuro, perché non partire adesso a organizzare coinvolgendo tutti i privati nella vaccinazione? Tanto più se lo fanno a titolo gratuito. Perché non iniziamo a verificare il vaccino cinese o russo togliendoci ogni pregiudizio geopolitico? Se mancano i vaccini cerchiamoli ovunque".

 

 

Anche perché come ha sottolineato il ministro della Salute Roberto Speranza, la situazione in Italia è sempre più preoccupante: "Le prossime settimane non saranno facili per la gestione della pandemia da Coronavirus". Del resto, "la curva dei contagi risale" e "la politica e le istituzioni hanno l'obbligo di dire sempre la verità, anche quando può non portare consenso. E io so che sarebbe bello dire che è tutto finito, che si può aprire tutto, che ormai siamo in una fase diversa. Però dire queste cose significa assumersi una responsabilità. E io credo che la più grande responsabilità per chi rappresenta le istituzioni e deve servirle con disciplina e onore sia dire sempre come stanno le cose, e purtroppo la verità è che le prossime settimane non sono facili".

 

 

"L'epidemia è ancora molto forte e presente sui nostri territori", avverte Speranza: "Da tutte le Regioni arrivano segnalazioni di una situazione in cui la curva risale. Basta vedere i numeri dei contagi dell'ultima settimana, che sono cresciuti in maniera significativa rispetto alle settimane precedenti. Significa dover fare i conti con un'epidemia che è ancora il nostro principale avversario". 

 

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