Cerca
Logo
Cerca
+

Giorgia Meloni sull'endometriosi: "Non esiste solo il Covid. Fdi darà battaglia per tutte le donne"

Esplora:

Giulia Sorrentino
  • a
  • a
  • a

Giorgia Meloni, spesso una persona così autorevole tendiamo a non vederla nei panni di una donna che vive la sua quotidianità. Come vive la sua sfera intima legata alla prevenzione? 
"Prima di essere un politico sono una donna che tiene al suo benessere. Per me è importante sia la prevenzione in senso generale per avere un corretto stile di vita, grazie ad una sana alimentazione e un'attività fisica regolare, sia quella particolare e legata ad alcune patologie che toccano di più le donne. E mi sottopongo periodicamente ad indagini come ecografie, mammografie e pap test e considero preziosi i consigli e le indicazioni dei miei medici di fiducia". 

Riguardo le patologie che toccano la sfera intima della donna non si fa ancora così tanta informazione. In questo momento è importante ribadire che non esiste solo il Covid. 
"La pandemia ha messo in ginocchio il nostro sistema sanitario nazionale e, quando finirà, lascerà sul campo danni collaterali che pagheremo per anni. Penso ai due capisaldi della medicina moderna: la gestione delle cronicità e la prevenzione primaria. Sembra che oggi in Italia si muoia o ci si ammali solo di Covid ma tutti sappiamo che non è così: pazienti cronici mal gestiti o diagnosi oncologiche ritardate creeranno gravi conseguenze di salute, sociali ed economiche.   Inoltre, è stato dimostrato che nel 2020 per motivi economici molti pazienti hanno dovuto rinunciare alle cure. Credo che sia arrivato il momento di pensare alla revisione del SSN". 

 

 

Cosa si sente di dire da donna e da politico a chi è affetto da patologie, talvolta croniche, come l’endometriosi?
"Patologie come l’endometriosi, seppur considerate benigne, creano forti disagi e problemi ad una donna per una serie di ragioni. Sia perché la sua diagnosi è spesso difficile, e quindi ritardata, sia perché mette a rischio uno dei più grandi desideri di una donna: la maternità. Rispetto al passato e dopo lunghe battaglie, l'endometriosi è riconosciuta oggi nei livelli essenziali d'assistenza: chi ne soffre ha diritto ad esenzione dal pagamento delle prestazioni sanitarie e questo rende più facilmente accessibile per tutti la diagnosi, la cura e la gestione. Ed è cambiata anche la sensibilità collettiva e la percezione sociale rispetto a questa paralogia. Immagino che il percorso di “convivenza" con questa malattia sia fatto di accettazione e consapevolezza personale ma anche di chi ti circonda nell’ambiente familiare e lavorativo. L’accettazione di una nuova condizione, che riguarda la sfera della salute sia fisica sia mentale, e la consapevolezza che tale cambiamento non sostituisca la malattia alla persona. A queste donne rivolgo il mio sostegno e dico di avere coraggio e di guardare al futuro con fiducia e speranza. Non sono sole in questa battaglia". 

Lei si è mai vergognata di parlare delle sue sofferenze? Quanto ritiene importante il dialogo e la condivisione? 
"Ogni volta che si soffre, inevitabilmente vengono fuori le nostre paure più nascoste, la nostra sfera più intima che spesso cerchiamo di preservare e tener nascosta. Obiettivamente non è facile condividere le sofferenze, sia per riservatezza sia per paura di non esser fino in fondo comprese. Ma se si ha la fortuna di trovare la persona giusta, come alcune volte è capitato a me, e può essere anche una persona inaspettata, con cui condividere e dialogare, si rinasce più forti di prima. È fondamentale il rapporto medico-paziente che deve essere rivolto alla massima empatia. Instaurare un ottimo dialogo con il nostro medico è una tappa fondamentale nel percorso di cure. Anche il confronto con chi ha vissuto esperienze simili prima di noi, ed in questo senso penso al ruolo prezioso svolto dalle  associazioni di malati, può essere molto importante e costruttivo. Spesso non sono sufficienti solo le terapie mediche ma anche le parole giuste dette al momento giusto durante la malattia ma anche dopo nei momenti difficili di ritorno alla normalità".

 

 

Da donna a donna c’è una pillola che serve tantissimo alle donne affette da questa patologia ma per cui il SSN non concede l’esenzione. L’endometriosi è una malattia seria ma non capisco perché le donne debbano pagare per un loro diritto, la salute. Cosa ne pensa a riguardo?
"Esistono in commercio pillole contenenti un principio attivo che si è mostrato molto efficace nella cura dell'endometriosi ma che attualmente è compreso in fascia C, ossia a totale carico del paziente. A tutte le donne che soffrono di questa patologia posso dire che Fratelli d'Italia si batterà nelle sedi opportune affinché venga riconosciuto il loro diritto alla salute e alla cura, cercando di individuare e definire le condizioni per raggiungere  la sua prescrivibilità. Fino a pochi anni fa l’endometriosi non era riconosciuta come malattia invalidante, per cui spesso alla donna lavoratrice che ne soffriva, il datore di lavoro non riconosceva la malattia. Oggi, invece, in presenza di una diagnosi istopatologica di certezza, può essere riconosciuta come patologia invalidante da parte dell’Inps. E’ evidente, in termini generali e vale non solo per endometriosi, che in presenza di una diagnosi di certezza e non avendo a disposizione altri farmaci rimborsati da SSN, il farmaco efficace deve essere erogato con il sostegno del SSN. Ad oggi, le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni, con il picco che si verifica tra i 25 e i 35 anni ed è una delle cause più frequenti di infertilità (35-50% delle donne sterili soffrono di endometriosi grave). Dati sufficienti per impegnare tutte le forze necessarie per garantire le cure con la totale rimborsabilità a carico del SSN. Nella convinzione, anche, del necessario riconoscimento del valore sociale della maternità".

 

 

Dai blog