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Andrea Orlando insiste sullo Ius Soli: "Massima libertà d'azione per il Pd. Se ci sono i voti va approvato"

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Il Pd cambia leader e con questo anche la propria opinione nei confronti di Matteo Renzi. "Delle parole di Enrico Letta ho trovato tutto condivisibile, non c’è niente che mi sia dispiaciuto", precisa Andrea Orlando per poi arrivare dritto dritto al punto: neanche il fatto che abbia detto di voler dialogare pure con Renzi "perché ritengo sia un passaggio che serva anche a fare giustizia e verità del posizionamento di ogni forza, di chi davvero sta ancora nel centrosinistra e di chi guarda ad altre prospettive. Lo ritengo un passaggio necessario". Niente porte chiuse dunque per il leader di Italia Viva, che dopo lo strappo dell'esecutivo Conte si era inimicato i dem. Il ministro del Lavoro in una intervista a La Stampa segue il ragionamento dell'ex premier e invoca un "campo largo". In sostanza, è l'appello del vicesegretario del Pd il partito "non può accettare che si mettano preclusioni su nessuno, tanto più sull’altra principale forza, oltre al Pd, di questo campo potenziale". Per questo nello scenario dem esce Nicola Zingaretti ed entra Renzi. Quasi un segno di tradimento.

 

 

Ma c'è un altro punto sul quale Orlando si trova pienamente d'accordo con Letta: lo ius soli. Il neo segretario del Pd ha inaugurato il suo primo giorno mettendo zizzania nel governo Draghi (Matteo Salvini ha già liquidato la proposta come "cavolata" ndr), rilanciando la battaglia per la cittadinanza italiana di diritto a chi nasce nel nostro territorio. "Se ci fosse una maggioranza, lo ius soli andrebbe approvato - ne è certo Orlando -. Ritengo che sui terreni di non stretta agenda del governo il Pd debba conservarsi la massima libertà di azione".

 

 

Solo così a detta del ministro il partito sarà in grado di uscire dall'impasse degli ultimi mesi. Certo è, precisa, che "non possiamo far gravare solo su di Letta un compito immane. Il nuovo Pd possiamo costruirlo solo insieme. Questo obiettivo deve essere condiviso. Ma credo che il Pd stia meglio di quando lo abbiamo preso". 

 

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