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Matteo Salvini, no alla sfiducia a Speranza "ma subito una commissione d'inchiesta". Durissimo con ministro, Pd, M5s e Meloni

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Dice no alla mozione di sfiducia contro Roberto Speranza, ma soprattutto Matteo Salvini lancia un messaggio durissimo al Pd, al M5s e a Giorgia Meloni in un colpo solo. Alla vigilia del voto in aula sulla mozione di FdI contro il ministro della Salute, di fatto un test per la tenuta della maggioranza dopo le turbolenze su Decreto Covid e coprifuoco, fonti interne a Lega e Forza Italia fanno sapere che "il centrodestra di governo ha fiducia in Mario Draghi: non cederà alle provocazioni di chi sogna un esecutivo tutto tasse e sbarchi a trazione Pd-5Stelle". Provocazioni che potrebbero essere intese in due direzioni: quelle di Fratelli d'Italia, che all'opposizione sta volando nei sondaggi, ma pure degli "alleati" dem e 5 Stelle, che sulla spinta di Enrico Letta e Giuseppe Conte sembrano sempre più voler mettere in difficoltà Salvini.

"Con senso di responsabilità, determinato a proporre soluzioni concrete e percorribili come dimostrano le riaperture e l’accordo raggiunto nella maggioranza sulla revisione del coprifuoco (e qui il riferimento polemico sembra tutto per la Meloni, ndr), il centrodestra di governo ritiene improduttivo il ricorso a mozioni di sfiducia individuali (che non hanno peraltro alcuna possibilità di successo) e propone invece fin da oggi (con deposito formale che avverrà nelle prossime ore) una commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia da parte del Ministero della Salute". Insomma, evitare il trappolone oggi e rilanciare una battaglia politica frontale contro Speranza (e il governo Conte 2), destinata però a vedere allungarsi inevitabilmente i tempi. "L’auspicio è che, attorno ad una proposta seria, si possa trovare la convergenza della stragrande maggioranza delle forze parlamentari", concludono le fonti leghiste e forziste. Difficile, visto il tenore del "confronto", anche dentro il governo.

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