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Danilo Toninelli e la grigliata coi vicini: "Mi dipingevano come un incapace, un inetto". E il Fatto quotidiano lo deride

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Troppo, anche per il Fatto quotidiano. L'autobiografia di Danilo Toninelli è talmente (e involontariamente) esilarante da far vacillare anche chi ha difeso l'ex ministro grillino delle Infrastrutture in ogni situazione, pure quelle più imbarazzanti. Il quotidiano diretto da Marco Travaglio regala al senatore una (poco) memorabile recensione di Non mollare mai: "C'è un problema di natura psicoanalitica: Toninelli crede di essere Batman - mette subito in chiaro Tommaso Rodano -. E scrive di sé come di un eroe italiano. Con retorica agghiacciante".

 

 

 



Toninelli, non peccando certo di mancanza di autostima, si descrive come "un grillino intransigente, onesto e libero, che voleva portare avanti una rivoluzione". Uno "con le mani pulite", come mostra platealmente in un esilarante auto-spot su Instagram. Uno "con il destino già segnato" perché "completamente fuori" dalle lobby. "Massacrato dal sistema di potere mentre facevo il bene del Paese", giura lui. "Ha salvato l'Italia a sua insaputa", chiosa con ironia Rodano. 

 

 

 



E tra una lacrima di commozione il giorno dell'insediamento e l'ultima auto blu della classe scelta volontariamente tra le tante lussuose vetture a disposizione ("Una dignitosissima Alfa Giulietta", troppo stretta però per la scorta), Toninelli regala una perla tra tutte. "Stavo per essere travolto dalla questione migratoria - ricorda -. Un sabato sera, insieme alle famiglie del condominio in cui viviamo, si era organizzata la consueta grigliata estiva in giardino: li avvertii che stavo affrontando dossier scottanti, che toccavano un sistema di potere e denaro molto forte, e che non avrebbero dovuto credere a quanto, di lì a poco, si sarebbe raccontato e scritto su di me". "Mi avrebbero dipinto come un incapace, un inetto, e che sarebbero venuti anche a loro dubbi su chi fossi realmente", era la (facile) profezia dell'allora ministro. "Sarebbero dubbi imperdonabili", è la velenosissima postilla del Fatto. E se il dubbio è venuto pure lì...

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