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Obbligo vaccinale, dopo la mossa di Mario Draghi la rabbia nella Lega: "Se siamo un peso lo dica"

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C'è forte irritazione nella Lega dopo la conferenza stampa del premier Mario Draghi che rilancia l'obbligo vaccinale, l'estensione del green pass e la terza dose. "Dall'esito di quel voto era chiaro che si andava verso l'obbligo vaccinale. Non siamo sorpresi da quel che ha detto Draghi, nemmeno Salvini", dice Claudio Borghi. "Però per istituire l'obbligo un decreto non basta, ci vuole una legge, dunque un passaggio parlamentare. E in quel caso la Lega voterà contro, coerente con quel che ha sempre sostenuto. Semmai, sono curioso di vedere come si comporterebbero i Cinque stelle".

 

 

Di certo, riporta La Stampa in un retroscena, i leghisti non si aspettavano tanta durezza. Matteo Salvini, che si trova a Pinzolo, per ora tace. Ma fa uscire due note che dicono tutto: una contro Luciana Lamorgese - "si fanno parlare i numeri degli sbarchi" -  e una contro le costrizioni - "la Lega era e rimane contro obblighi, multe e discriminazioni. Sì invece a tamponi salivari gratuiti". "L'obbligo sarebbe un'ipotesi di cui discutere, al limite, se la campagna vaccinale non funzionasse. Ma in realtà sta andando a gonfie vele. Fra poco saremo all'80 per cento della popolazione, che senso ha obbligare a vaccinarsi gli italiani che lo stanno già facendo in massa?", osserva Lorenzo Fontana.

 

 

Le chat dei leghisti sono infuocate: "Sembrava proprio che fossimo nel mirino. La Lega ha fatto uno sforzo per entrare in questo governo di unità nazionale. Siamo stati responsabili e propositivi. E invece Draghi va sempre e soltanto contro la Lega. Se siamo un peso, lo dica apertamente e ne trarremo le conseguenze", si sfoga un big leghista. Ma nessuno vede vicina la crisi di governo.

 

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