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Giuseppe Conte, Draghi al Colle? Dagospia: "L'ex premier favorevole, l'unico modo per liberarsi della serpe Di Maio"

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Fari puntati sul Quirinale: si avvicina il 2022 e, dunque, il momento dell'elezione del successore di Sergio Mattarella, il quale per l'ennesima volta ha confermato il suo "no" al bis, rompendo le proverbiali uova nel paniere al Pd. E sulla corsa al Colle piove un "Dagoretroscena", va da sé pubblicato su Dagospia, in cui si parte proprio dall'ultimo "no" di Mattarella, che sarebbe dovuto al fatto che Luigi Zanda, così come vi abbiamo spiegato nei giorni scorsi su Libero, avesse presentato un disegno di legge costituzionale che abolisce il semestre bianco e inserisce il divieto di rielezione del Presidente della Repubblica.

 

E perché mai dovrebbe essere un invito al bis, se se ne stabilisce il divieto? Presto detto: trattandosi di legge di rango costituzionale i tempi sarebbero molto lunghi, e dunque il Pd avrebbe insistito su quelli per confermare Mattarella "a tempo", almeno fino a che la legge non fosse definitivamente approvata. Ne è seguito il "niet" del presidente della Repubblica, l'ultimo, e chissà mai che il Pd finalmente capisca come stanno le cose.

Mattarella, ovviamente non lo può dire ma è circostanza piuttosto nota, vorrebbe Mario Draghi al Quirinale, il patto era quello sin dal principio: ora a Palazzo Chigi e quando Mattarella lascia il Colle, il trasloco quirinalizio dell'ex presidente della Bce. Da par suo il premier tace, ma a parlare sono gli altri. Per ultimo Antonio Tajani, di Forza Italia, il quale ha detto chiaro e tondo che se Draghi andrà al Quirinale, l'unica via saranno le elezioni. Tesi che di fatto condivide anche Matteo Salvini, il quale a sua volta chiede che Draghi resti a Palazzo Chigi (figurarsi Giorgia Meloni, che non vede l'ora di misurarsi alle politiche). 

Poi c'è Enrico Letta, che secondo Dagospia "è consapevole che per risolvere la questione del Colle occorre convincere quel biscione di Giuseppe Conte". Ma il leader grillino, recentemente, si è iscritto al partito di chi chiede Draghi premier fino al 2023. Eppure secondo Dago, Conte ha preso questa posizione "al semplice scopo di non far imbufalire i tantissimi grillini destinati, una volta buttati fuori dal Parlamento senza nemmeno il vitalizio,  a far domanda per il reddito di cittadinanza, ma, sotto sotto, l’Appulo smania anche lui come la Meloni per il voto anticipato". E l'Appulo sarebbe Giuseppe Conte.

 

E perché mai, in fondo in fondo, l'ex premier smania per le elezioni anticipate? La risposta fornita da Dagospia è brutale: "È rimasto l'unico modo per togliersi dalle palle quella serpe di Luigi Di Maio". Col voto anticipato, e almeno fino al termine delle consultazioni, Giggino non potrebbe infatti continuare a contendergli la leadership, così come sta facendo già da tempo.

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