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Matteo Salvini, il diktat a Mario Draghi: "Faccio lo sforzo di stare col Pd e se ne va? Resti premier"

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Matteo Salvini si espone sulla corsa al Quirinale. Dopo vari silenzi, con il centrodestra apparentemente unito sul nome di Silvio Berlusconi, il leader della Lega si sbilancia con una battuta che tanto ironica non sembra. "Io faccio lo sforzo di stare con il Pd e Draghi se ne va?". Per il numero uno del Carroccio è impensabile che, dopo la 'fatica' che sta facendo il suo partito a governare insieme al Pd, ci sia l'ipotesi che Mario Draghi salga al Colle: "Abbiamo prolungato lo stato d'emergenza fino al 31 marzo e lui se ne va? - chiede ancora durante una pausa al processo che lo vede protagonista a Palermo sul caso Open Arms -. Draghi resti premier".

Salvini si dice poi d'accordo con quanto sostenuto dall'Economist, che ha definito Draghi un "premier competente e rispettato". La rivista inglese tra le più prestigiose ha imputato all'ex numero uno della Bce e alla maggioranza, "che ha sepolto le divergenze a sostegno di un programma di profonde riforme", la capacità di risollevare il Paese dalla crisi. L'elogio arrivato sulle colonne dell'Economist non è "perl’abilità dei suoi calciatori, che hanno vinto l’Europeo, né per le sue pop star, che hanno vinto l’Eurovision Song Contest, ma per la sua politica". 

Ma la sfida a Draghi non finisce qui, perché Salvini sull'addio di Luigi Gubitosi a Tim tuona: "Adesso la Lega chiede al governo di vigilare per evitare svendite, spezzatini, chiusure e licenziamenti, difendendo dati, reti e sicurezza nazionale". Stando alle parole di Salvini sembra che per il presidente del Consiglio non ci sia spazio al Quirinale, che abbia voluto confermare l'unità sulla candidatura del leader di Forza Italia? Chissà.

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