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Quirinale, Gianfranco Rotondi e il piano a tre punte: come "blindare" l'elezione di Silvio Berlusconi

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Gianfranco Rotondi lavora per trovare quella cinquantina di grandi elettori per raggiungere quota 505 alla quarta votazione, che permetta l'elezione di Silvio Berlusconi al Quirinale. "Questa volta può succedere" dice al telefono al Corriere della Sera. "Non è fantapolitica, qui c'è una quantità non calcolabile di parlamentari del centrosinistra che a mio avviso voterà Berlusconi proprio perché lo ha conosciuto bene. Il Cav e la sinistra italiana è la storia di una quantità infinita di rapporti non conosciuti ma spesso profondi".

 

 

Rotondi fornisce anche le prove politiche: "Ci sono deputate del Pd che mi dicono: 'Uno come Gentiloni non mi risponde nemmeno al telefono. Da parlamentare dell'opposizione quando chiamai Berlusconi, non solo mi rispose ma risolse in tre giorni un problema del mio collegio'". Nessun nome, ma rivela che alcuni dei possibili berluscones dell'ultima ora potrebbero annidarsi nel gruppo Misto. "E' inutile insinuarsi in una logica politica, di pacchetti di voti. Questa elezione del Quirinale è come la votazione del presidente di una banca del paese. C'è chi vota il farmacista perché è sempre a disposizione, c'è chi sceglie il medico condotto perché lo ritiene un amico. Sono elezioni che si vincono sul filo dei rapporti, terreno su cui il Cavaliere è imbattibile. Così arriveranno consensi che nessuno potrà immaginare", spiega Rotondi.

 

 

Rotondi punta anche sui grillini: "Le dico subito che il presidente non ha rapporti diretti con i grillini. Berlusconi non è mai stato un animale da caccia parlamentare. Il voto a suo favore potrà avvenire solo nel segreto dell'urna: sono consensi di simpatia o di calcolo, magari il calcolo di chi sa che con Berlusconi al Quirinale non si tornerà a votare. Ma non lo verrete mai a sapere. Sarà una partita brevissima: prime tre votazioni di fantasia, alla quarta ballottaggio fra Silvio e uno di centrosinistra. Renzi? Alla fine si schiererà con il centrosinistra. Con Berlusconi ci siamo scambiati gli auguri di Natale ma non abbiamo parlato di Quirinale. Ormai è diventato più democristiano di me", conclude Rotondi.

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