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Quirinale, il Covid fa saltare 100 voti. Voci dalle sacre stanze, cambiano gli equilibri

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Dopo aver salutato il pubblico della Scala di Milano, gli ambasciatori in Italia e le alte cariche istituzionali dello Stato domani sera toccherà - a reti unificate - a tutti gli italiani. Proprio in queste ore Sergio Mattarella, insieme al suo staff, sta limando il discorso di fine anno e di fine settennato: con tutta probabilità, infatti, sarà l'ultima solennità prima del termine del suo mandato previsto per il 3 febbraio prossimo.

 

 

 

Da ciò che emerso nelle ultime ore, il presidente uscente nel suo intervento di commiato - che non dovrebbe superare il limite canonico dei venti minuti - svilupperà un doveroso bilancio del suo mandato, concentrandosi soprattutto in un incoraggiamento rivolto alla Nazione per il prosieguo del cammino "oltre" la pandemia. BILANCIO Un bilancio e un auspicio che Mattarella, quasi a voler chiudere il dibattito e la questione sul suo eventuale reincarico, ha in parte anticipato durante gli auguri alle alte cariche istituzionali, politiche ed economiche. «Il tempo dei costruttori si è realizzato. Non era scontato» ha sottolineato il 20 dicembre scorso riprendendo le parole pronunciate da lui stesso a fine 2020. Un modo per ringraziare le forze politiche di maggioranza e di opposizione per aver mostrato «unità di sforzi», a maggior ragione con la chiamata di Mario Draghi, nell'affrontare questi ultimi anni così difficili. Al centro dell'intervento, insomma, la fiducia che l'Italia saprà superare anche la difficile prova della pandemia.

 

 

 

INCOGNITA OMICRON - Il punto politico è, al contrario, se i partiti sapranno superare la prova del Colle senza far franare governo di larghe intese e legislatura. Da questo punto di vista l'incognita Omicron fa ancora sperare a spezzoni interessati del Parlamento (Pd e M5S soprattutto) che l'attuale capo dello Stato possa accettare, all'ultimo, di tornare sui suoi passi accettando il "bis". Fra gli addetti i lavori, con un certo interesse dalle parti del Nazareno, gira persino una previsione sullo stato della votazione per il Quirinale a fine gennaio: si stima che alla fine Roberto Fico non farà votare - seguendo le proiezioni - i cento e forse più contagiati. A quel punto potrebbe partire la denuncia su un'assemblea dei Grandi elettori "falsata" dalla piaga pandemica. Una situazione che indurrebbe alcuni partiti della maggioranza a prendere atto del rischio e a rivolgersi proprio a Mattarella per un "bis".

 

 

 

I VESCOVI - Peccato per loro che il Presidente siciliano da parte sua resti più che convinto, come filtrato più volte con severità in queste settimane proprio dai suoi uffici, di voler rispettare la fisiologica e più che sufficiente permanenza al Quirinale. Tradotto: niente strappi sul modello Napolitano. Al contrario qualche giorno fa, riconoscendo grande merito proprio al Parlamento per il lavoro svolto in quest' ultimo anno su Next Generation Eu, Mattarella ha evidenziato la capacità delle forze politiche di «essere unite sulle grandi scelte quando le circostanze della vita lo richiedono». E quella sul suo successore sembra essere una di queste. Dalla Cei, intanto, si augurano che il prossimo Presidente (come ha evidenziato lo stesso Draghi nella conferenza di fine anno) prenda spunto proprio dal mandato e dallo stile di Mattarella. Per monsignor Raspanti - uomo o donna che sia - «servirà una persona salda, solida, che sappia dare un indirizzo concreto al Paese».

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