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Mario Draghi contro Garavaglia: "Sono curioso di saperlo". Caos in Cdm, dove si spinge il premier per difendere Speranza

Elisa Calessi
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Ringrazia gli italiani. «Sono stati bravissimi». Ringrazia il Cts: ogni decisione, puntualizza, è stata presa con il «conforto della scienza». Ringrazia le Regioni: il rapporto con loro è stato perfetto». Ringrazia il ministro Roberto Speranza («Ha vissuto una prova straordinaria»). E poi il generale Figliuolo, la cui nomina ha segnato una «svolta radicale». «L'obiettivo del governo», scandisce, solenne, Mario Draghi, alla fine del consiglio dei ministri, «era il ritorno alla normalità. Ormai è uno stato a cui siamo arrivati». Sembra il lieto fine, la luce in fondo a un tunnel che dura da due anni. C'è solo una nota stonata. La Lega. Il partito di Matteo Salvini si è fatto sentire eccome, durante la riunione. I ministri leghisti hanno insistito per anticipare gli allentamenti del Green pass in vista di Pasqua. Per salvare il turismo. Mantenere l'obbligo del certificato verde nei luoghi al chiuso, hanno fatto notare gli uomini del Carroccio, provocherà problemi ai gestori dei ristoranti, degli alberghi.

 

 

LO SCONTRO
A guidare lo scontro è stato soprattutto Massimo Garavaglia, ministro del Turismo. Dentro e poi fuori dalla riunione: «Ho chiesto ufficialmente 500 milioni al ministero della Salute per i danni recati in aprile» al turismo, con «i due ponti rovinati, quello di Pasqua e quello del 25 aprile», ha fatto sapere appena conclusa la riunione. Draghi, in conferenza stampa, ha minimizzato: «Il Cdm è stato tranquillo. Se tutte le questioni fossero quelle di decidere se la cessazione del green passa avviene il 15 o il 30 aprile, sarebbero pacifiche... su quello si è trovata soluzione. Il Cdm è andato bene, è stato tranquillo». Quanto alle proteste di Garavaglia, «sono molto curioso di capire come il ministro Garavaglia quantifichi le eventuali perdite degli esercizi a 500 milioni... comunque c'è la disponibilità ad anticipare provvedimenti e a prendere provvedimenti particolari ma sempre guardando la curva epidemiologica». In compenso, a domande sulle frizioni tra lui e il Carroccio, Draghi ha dato atto alla Lega del percorso fatto in questi mesi: «A differenza di altri leader europei nazionalisti, il leader della Lega Matteo Salvini sostiene al momento un governo europeista».

Parole a cui, poco dopo, ha risposto il numero uno del Carroccio, ricambiando la cortesia: «Ringrazio Draghi per le sue parole, che riconoscono l'impegno e la responsabilità della Lega nell'aiutare gli Italiani, in risposta alle insensate critiche di Sanchez e Letta». Per il resto è stata la conferenza stampa del ritorno (quasi) alla normalità: «Eliminiamo alcune o quasi tutte le restrizioni», ha annunciato Draghi. «Il Green pass», ha premesso, «è stato un successo e i vaccini hanno salvato 80mila vite». Detto questo, è ora di superarlo, sia pure gradualmente. Certo, resta la prudenza: «Osserviamo con grande attenzione l'andamento della curva epidemica e siamo pronti ad adattare tutto il nostro apparato in base alla curva, anche in senso espansivo se è il caso». Ma la fase è cambiata. Lo stato di emergenza e il Comitato tecnico scientifico cesseranno dal 31 marzo. Le funzioni del generale Figliuolo verranno assorbite da un'apposita unità. Draghi ha ringraziato anche il suo predecessore, Giuseppe Conte. Si entra in un'altra fase con due obiettivi: «Riaprire l'economia» e «limitare l'esperienza della didattica a distanza», come ha spiegato il premier, ringraziando «tutti gli italiani per la pazienza».

 

 

ORGOGLIO
E ha invitato tutti a essere orgogliosi di questi due anni: «Noi siamo sempre percepiti all'estero come un popolo che manca di senso civico, non è vero. Sono stati bravissimi, sono state raggiunte punte di vaccinazione tra le più alte in Europa, di questo occorre andare fieri». Con la fine dello stato di emergenza, cesserà la struttura commissariale, ma resterà un organismo che possa affrontare eventi simili. Perché non è detto che la fine del Covid significhi la fine di esperienze simili. Dopo due anni, la parola "normalità" sostituisce la parola "emergenza". Forse (forse) ci siamo. 

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