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Matteo Renzi, "la differenza tra Draghi e Conte". Spese militari, maggioranza esplosa

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"Mario Draghi è uno statista, Giuseppe Conte è un populista". Non ha dubbi, Matteo Renzi, e sul tema dell'aumento del 2% del Pil per le spese militari si schiera con il premier: "Noi stiamo con Draghi, noi stiamo con l’Italia", scrive su Twitter il leader di Italia Viva. Martedì è stato il giorno del durissimo faccia a faccia tra il presidente del Consiglio e il presidente del M5s, oggi si voterà in Senato. Tutti, a partire da Conte, escludono l'ipotesi di un voto contrario con conseguente crisi di governo innescata, ma il problema politico c'è, è gigante ed è destinato a pesare sulla maggioranza nelle prossime settimane. 

 

 



Dopo il fallimento della mediazione tentata nella riunione con i rappresentanti del governo, lunedì sera, la maggioranza si è divisa sull'ordine del giorno al decreto Ucraina, presentato da Fratelli d'Italia, davanti alle commissioni Esteri e Difesa, riunite in seduta congiunta, nel giorno in cui, anche dopo l'incontro con Conte, il presidente del Consiglio ha messo in chiaro che il governo "non ha alcuna intenzione di mettere in discussione ma rispetterà e ribadirà con decisione gli impegni Nato". L'odg di FdI, prima firmataria la senatrice Isabella Rauti, faceva riferimento a quello 'gemello' già approvato dalla Camera e impegnava il governo a "dare seguito" alle dichiarazioni del presidente del Consiglio sulla "necessita' di aumentare le spese per la Difesa puntando al raggiungimento dell'obiettivo del 2% del Pil". Il testo è stato accolto dal governo senza alcuna riformulazione: favorevoli Pd, Italia viva, Lega e Forza Italia. FdI, che è all'opposizione, ha deciso di non richiedere di mettere l'odg al voto. Richiesta, quest'ultima, che è stata avanzata, invece, dai partiti di maggioranza contrari all'aumento della spesa, M5s e Leu. Ma che la presidente della commissione Difesa, la dem Roberta Pinotti, non ha potuto accogliere, dal momento che, in base al regolamento del Senato, solo il 'proponente' - quindi FdI - può chiedere di mettere in votazione l'odg.

 

 

 


"E' inaccettabile che il governo abbia deciso di accogliere l'ordine del giorno di FdI sull'aumento delle spese militari al 2% del Pil entro il 2024 malgrado la forte contrarieta' della principale forza di maggioranza", hanno protestato la vicepresidente del M5s Paola Taverna e i senatori Vito Crimi, Gianluca Ferrara, Ettore Licheri, Andrea Cioffi e Gianluca Castaldi, mentre era in corso l'incontro programmato sul tema tra Draghi e Conte. 

 

 

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