Zelensky "spaccone". Clamoroso in Parlamento, nasce il partito pro-Putin: ecco tutti i nomi

venerdì 1 aprile 2022
Vladimir Putin

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Il voto di fiducia al Senato sul decreto Ucraina ha decretato la nascita del Partito pro-Putin. Sono stati 35 i parlamentari che hanno votato contro il testo che stabilisce l'invio di aiuti militari, umanitari e militari a Kiev. A conti fatti, se si escludono i senatori di Fratelli d'Italia che seppur favorevole al dl non ha votato la fiducia, restano 17 parlamentari, tutti da rintracciare nelle componenti ex grilline del Gruppo Misto, osserva il Giornale.

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Tra questi ci sono Mattia Crucioli e Bianca Laura Granato di Alternativa. Crucioli ha definito Mario Draghi "un nonno al servizio della guerra, esattamente come il suo omologo statunitense Biden" e Luigi Di Maio il "degno nipotino" di Draghi e Biden, "che più che un ministro a 5 Stelle mi sembra un ministro a stelle e strisce". La Granato è la più anti-Nato e ha detto che"Putin sta combattendo una guerra per tutti noi, contro l'agenda globalista".

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C'è poi Elio Lannutti, che ha definito Volodymyr Zelensky uno "spregiudicato spaccone". E Vito Petrocelli, del M5s, presidente della Commissione Esteri a Palazzo Madama. "È necessario chiederci dove finiscono le armi che l'Italia sta inviando. Sarebbe molto grave scoprire che arrivano nelle mani di milizie neonaziste o di bande armate", ha sottolineato. No anche da Emanuele Dessì, ex pentastellato adesso nel Partito Comunista di Marco Rizzo, Barbara Lezzi, ministra del governo gialloverde, ora nel Misto. E Gianluigi Paragone e Mario Giarrusso di Italexit. Assenti ingiustificati: Daniele Pesco (presidente della Commissione Bilancio) Alberto Airola e Gianluca Ferrara della Commissione Esteri, tutti del M5s. E Luigi Augussori, Armando Siri, Alberto Bagnai, Francesco Mollame, Valeria Sudano della Lega.

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