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Governo, la "data X" in cui può venire giù tutto. La voce pesantissima: "Vogliono uscire"

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Un vera e propria mina sotto le poltrone del governo. Nelle chat grilline corre una voce inquietante: Giuseppe Conte vorrebbe portare il Movimento fuori dall'esecutivo dando vita ad un appoggio esterno. Il campo del Movimento da largo potrebbe diventare stretto. Come riporta il Corriere, il leader dei Cinque Stelle avrebbe capito una cosa: la politica dell'unità nazionale non porta consensi ai grillini.

 

 

E dunque per dare una scossa al Movimento in vista delle prossime scadenze elettorali, le politiche soprattutto, Conte potrebbe mandare all'aria l'appoggio al governo solo per guadagnare qualche misero punto percentuale nei sondaggi. E in questo quadro vanno lette con molta attenzione le parole di Paola Taverna che in un'intervista al Fatto ha detto chiaramente che "al governo non si resta ad ogni costo". Il prossimo 21 giugno potrebbe essere la data della rottura definitiva. Il premier Mario Draghi dovrebbe arrivare in Senato per fare delle comunicazioni, 48 ore prima del Consiglio europeo. L'occasione per i grillini è ghiotta. E così, si vocifera, che sia già pronta una risoluzione tutta pentastellata per contro gli aiuti all'Ucraina. Messa ai voti la risoluzione potrebbe spaccare la maggioranza.

 

Su alcuni punti potrebbero convergere pezzi della Lega e di certo un voto contrario da parte di alcune anime della maggioranza potrebbe portare a uno sfaldamento del campo che sostiene il premier. Ma attenzione: ci sono due passaggi chiave di cui Conte deve tenere conto. Il primo è il prossimo 7 giugno: in quella data il tribunale di Napoli si pronuncerà nuovamente sul ricorso dei ribelli 5 Stelle contro la leadership di Conte. Subito dopo ci sono le amministrative e gli anti-Conte si attendono un clamoroso flop, l'ennesimo. Queste due variabili potrebbero fare inceppare le mosse di Conte verso l'uscita dall'esecutivo. Insomma il mese di giugno sarà una sorta di polveriera per il governo. Il rischio di una deflagrazione della maggioranza ormai è dietro l'angolo. 
 

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