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Giuseppe Conte salva la poltrona da leader: la decisione del tribunale di Napoli

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Il tribunale di Napoli ha rigettato il ricorso presentato dagli attivisti contro lo statuto e la nomina a leader di Giuseppe Conte. Una buona notizia per l’ex premier, che si trova comunque a navigare in un mare in tempesta, con la nave grillina che sembra essere sempre più sul punto di affondare. Almeno non sarà il tribunale a creare una falla che sarebbe potuta essere irreparabile, dato che la leadership di Conte già annaspa dopo il flop alle elezioni amministrative.

Le urne hanno dimostrato che il Movimento 5 Stelle in pratica non esiste più sul territorio: quel poco che gli rimane è legato quasi del tutto alla figura di Conte, che a livello nazionale gode ancora di un discreto consenso personale, che si traduce poi in quello del partito. “Quella del tribunale di Napoli - spiega Francesco Cardarelli, avvocato difensore di Conte - è un’ordinanza molto ben motivata e articolata, sicuramente tocca tutti i punti nevralgici del ricorso e dà piene ragioni alle tesi del Movimento”.

Schivato questo proiettile, Conte ha davanti a sé tematiche politiche tanto urgenti quanto decisive. Il Movimento 5 Stelle sta affondando a tal punto che alle Politiche 2023 potrebbe praticamente sparire dalla scena, con buona pace di Enrico Letta e del suo “campo largo” che allo stato attuale delle cose non sembra poter cucire lo svantaggio che lo separa dal centrodestra unito. Al segretario del Pd potrebbe restare soltanto la carta di un “campo larghissimo”, che includerebbe il polo di centro rappresentato da Carlo Calenda, il quale però ha un “rigurgito grillino” e difficilmente accetterà di coalizzarsi anche con quel che rimane del M5s.

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