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Di Maio, assist a Salvini: ecco il piano della Lega dopo la scissione M5s

Salvatore Dama
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Con la scissione - l'ennesima della legislatura - si rimescolano i rapporti di forza. Il Movimento 5 Stelle, quello che arrivò in Parlamento nel 2018 con 333 seggi, non esiste più. Negli anni i grillini hanno subito piccole ma costanti defezioni, fino alla grandinata di martedì. Quando l'ex capo politico Luigi Di Maio ha sbattuto la porta seguito da 51 deputati e 11 senatori. Il risultato aritmetico immediato è che la Lega adesso è il primo gruppo parlamentare della maggioranza con 193 parlamentari. Seguito da Forza Italia (134) e dal Pd (132). Anche gli azzurri hanno patito l'addio di totiani e centristi, così come i dem hanno salutato 45 onorevoli passati con Matteo Renzi.

 

 

Una legislatura in cui nessuno si è annoiato, insomma. Ma qual è il dato politico? Sicuramente la prevalenza numerica del centrodestra di governo. Che, adesso, può diventare anche politica se i gruppi di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi saranno capaci di approfittare della debolezza del cosiddetto "campo largo", l'alleanza che Enrico Letta aveva immaginato per ripulire ed egemonizzare i grillini, una strategia che gli è esplosa tra le mani.
In termini aritmetici cambia poco, va detto. Perché la scissione dimaiana non modifica l'assetto della maggioranza di governo. Il ministro degli Esteri e i suoi restano dove stanno. Cosa che farà anche Giuseppe Conte e quel che rimane del M5s. Il tasso di litigiosità tra ex, quello sì, rischia di riverberarsi sugli ultimi mesi di Mario Draghi a Palazzo Chigi. Ciò richiederà un surplus di responsabilità da parte di Lega e Fi per tirare avanti la baracca, a patto che il premier si faccia più duttile sulle richieste del centrodestra, in particolare sui temi economici. In politica estera già martedì il capo del governo ha verificato che può contare su Carroccio e azzurri. Al netto dei distinguo noti, l'ala destra della maggioranza non ha piantato grane sul testo della risoluzione parlamentare in tema di Ucraina.

 

 

Però ora Salvini vuole passare all'incasso su una serie di dossier che stanno particolarmente a cuore. «Il governo non può bloccarsi per le rotture nel Movimento 5 Stelle: la Lega chiede con forza il decreto Siccità e i rinnovi degli sconti per energia e carburanti. Famiglie e imprese non possono aspettare», ha dichiarato ieri mattina il segretario federale della Lega. E, nel pomeriggio, è stato accontentato. Il consiglio dei ministri ha approvato nuovo sconti per l'energia. Al che Matteo ha rilanciato subito. Adesso - il Capitano ha rifatto l'elenco delle richieste - l'esecutivo deve lavorare «per prorogare i tagli sulle accise» e per rimediare alla siccità che sta mettendo in ginocchio il comparto dell'agricoltura. Che l'asse del governo si sposti verso Lega-Fi è una eventualità che allarma Letta: «Spero che la scissione dei Cinquestelle non vada a vantaggio del centrodestra», dichiara il segretario dem a Porta a Porta, «già è avvantaggiato nelle prossime elezioni, in queste 13 città che votano 10 sono amministrate dal centrodestra. È in vantaggio domenica e nei sondaggi. Dobbiamo rimontare». 

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