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Mario Monti, la "profezia" che preoccupa l'Italia: cosa accadrà prima delle elezioni

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Mario Monti non usa giri di parole: i conti del nostro Paese sono in pericolo, lo spread continua a crescere e l'Europa è nuovamente a rischio. In un'intervista a Repubblica, l'ex premier provava tracciare la linea di quello che potrebbe essere il futuro vicino che riguarda l'Italia: "Non c'è solo la Bce; in Europa ci prepariamo probabilmente a uno scontro ancora più duro che in passato tra Nord e Sud sul Patto di stabilità. Alcuni Paesi del Sud si illudono, dopo la sospensione del Patto a causa della pandemia, dopo il NGEU e le misure straordinarie della Bce, che l'Europa possa funzionare senza regole o quasi e più spesa pubblica. Ma c'è una questione fondamentale che riguarda la Bce: è il suo compito chiudere gli spread?".

 

 

Sul fronte spread il Loden non ha dubbi, per farlo abbassare servono riforme concrete e in tempi brevi: "Lo so, è curioso e un po' paradossale. È proprio dal passaggio da Conte a Draghi che ha iniziato a risalire lo spread. Penso ci sia un elemento simile ad allora nella prospettiva politica: allora pesava l'incognita delle elezioni del 2013, oggi pesa quella delle elezioni del 2023. D'altra parte è vero che ci sono una valanga di miliardi da spendere. E ora abbiamo un governo con un presidente del Consiglio autorevole. Forse, il governo ha assunto un orientamento piuttosto generoso sulla finanza pubblica e di non grande urgenza sulle riforme". Insomma secondo Monti è abbastanza probbaile un'impennata dello spread con l'avvicinarsi delle elezioni, un'impennata che potrebbe avere conseguenze dirette sulle tasche degli italiani.

 

 

Poi volge un occhio agli investitori e alle mosse che fanno i mercati guardando al nostro Paese: "Forse dovremmo chiederci come sta evolvendo la cultura economica in Italia. Tanti italiani hanno preso al volo la distinzione tra disavanzo buono e cattivo, correttamente evocata alcune volte da Mario Draghi e stanno trovando - lo sento in Parlamento - sempre nuovi motivi per dilatare l'area della bontà del disavanzo. Tanti altri italiani - mi perdoneranno l'amico presidente Draghi e il collega senatore Salvini per l'accostamento audace - si stanno allineando alla dottrina Salvini secondo la quale è dovere della Bce finanziare con moneta i disavanzi. Ecco, forse i mercati seguono il dibattito economico italiano e si chiedono: quando mai si ripeterà una condizione favorevole come oggi? Con Draghi capo del governo, una valanga di soldi dall'Europa, un Qe che fino ad oggi è stato a pieno regime e il Patto di stabilità sospeso? Se l'Italia non riesce a fare progressi definitivi oggi, quando mai ci riuscirà?". 

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