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Mario Draghi a picco nei sondaggi. "Parlando e parlando...", il dato choc

 Mario Draghi

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Non è solo la scena di Mario Draghi seduto, da solo, su una panca del museo del Prado a Madrid intento a parlare al telefono con un interlocutore ignoto (Grillo? Conte?), mentre gli altri invitati internazionali al summit della Nato guardavano divertitile opere d'arte e discutevano per conto loro. È che il nostro premier, come lui stesso ha ammesso in conferenza stampa dopo il Cdm dell'altro giorno, era stanco - anzi probabilmente è stanco- e questa stanchezza è avvertita anche dagli elettori.

 


Un giorno deve risolvere la grana dei grillini, un altro deve volare a Bruxelles per tentare di trovare una soluzione diplomatica al conflitto in Ucraina, all'emergenza gas dalla Russia, poi c'è la siccità, l'ennesima ondata del Covid, le nomine. Alla fine anche uno come SuperMario può avere qualche cedimento. Ad esempio dal punto di vista dei consensi. Anche perché la politica fa calare. Da banchiere parlava meno. Basta vedere l'ultima rilevazione di Dire-Tecnè realizzata tra il 30 giugno e il primo luglio su un campione di mille persone. Il 49,5% (+0,6%) degli intervistati esprime un giudizio negativo sul governo dell'ex banchiere, contro il 46% (-0,2%) di chi invece promuove il governo. In pratica, quasi un italiano su 2 boccia l'operato di Palazzo Chigi.

 


In riferimento, poi, all'attività del presidente del Consiglio Draghi, la fotografia è in chiaroscuro: secondo la rilevazione, infatti, crescono i giudizi negativi sull'operato del premier e, contemporaneamente, calano i giudizi positivi. Nel dettaglio: il 52,3% degli intervistati esprime un giudizio positivo, mentre per il 42,2%, l'attività di Draghi è negativa. Per il 55,5% degli italiani, inoltre, il clima economico in Italia è destinato a peggiorare nei prossimi mesi. Solo il 13,4% (+0,2%) del campione intervistato si dice ottimista, mentre cala il numero di intervistati che prevede una situazione economica stabile: è il 31,1% (-0,4%). Una situazione molto diversa rispetto ad aprile quando il gradimento del premier ha toccato quota 60,4%. 

 

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