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Mario Draghi, "una nuova aria": crisi di governo, il retroscena sulla visita ad Algeri

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La visita di Mario Draghi ad Algeri per l'accordo sul gas ha attirato l'attenzione della stampa italiana e internazionale. Il motivo? La crisi politica interna nata col mancato voto dei 5 Stelle alla fiducia sul Dl Aiuti e proseguita con le dimissioni del premier respinte da Mattarella. Domani, mercoledì 20 luglio, si assisterà a un nuovo capitolo di questa vicenda, con la verifica di maggioranza in Parlamento. Stando a un retroscena de La Stampa, però, il clima che si respirava ieri ad Algeri era sereno e faceva ben sperare.

 

 

 

Ad accompagnare il premier ad Algeri sono stati sei ministri del suo governo, primo fra tutti il titolare della Farnesina Luigi Di Maio. Ed era proprio fra di loro che - come scrive Barbera sul quotidiano torinese - si respirava "un clima rilassato". Di qui la previsione: "Crescono le possibilità che il premier resti al governo". Di Maio, che ha guidato un'importante scissione dal Movimento nei giorni scorsi, si sarebbe mostrato rilassato e a tratti ironico. Soprattutto quando ha raccontato di "pranzare e cenare tranquillamente come sempre", nonostante le recenti tensioni.

 

 

 

Un altro ministro lì presente, Enrico Giovannini, parlando con i giornalisti avrebbe annuito all’obiezione che una maggioranza parlamentare c’è e che per il Capo dello Stato sarà difficile non tenerne conto prima di portare il Paese al voto. Quando Draghi ha stretto la mano al presidente algerino, i ministri al suo seguito hanno iniziato a battere le mani in maniera insistente, tanto che il premier a un certo punto ha sorriso e ha chiesto ai colleghi di fermarsi. Sull'umore del presidente del Consiglio, La Stampa scrive: "Ha il volto tirato, la mimica è quella del leader che riceve notizie poco chiare da Roma". Nessun riferimento alla politica interna nei suoi discorsi. Adesso non resta che attendere: Draghi resterà sulle proprie posizioni oppure continuerà l'esperienza di governo?

 

 

 

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