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Elezioni, Sallusti: il centrodestra deve stravincere. E chissà se Mario Draghi...

Alessandro Sallusti
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Tutti a prevedere e a programmare il dopo voto, già si fanno ipotesi e si nominano ministri. Ma, come si dice, sono conti senza l'oste, che in questo caso sono due. Il primo siamo noi, gli elettori, il secondo è un signore che si chiama Sergio Mattarella e che di mestiere fa il Presidente della Repubblica. Già, perché alla fine saremo noi nell'urna e lui a palazzo a dare le carte. E cito in ordine di apparizione perché tanto più chiaro sarà l'esito del voto tanto minore sarà il ruolo del Quirinale nella formazione del nuovo governo e ovviamente viceversa.

 

Voglio dire: non diamo per scontato che chi arriva primo prende il banco e arrivederci, per esempio così non è stato l'ultima volta - era il 2018 - quando a Palazzo Chigi ci finì un signor nessuno (Giuseppe Conte) e governarono due partiti, Lega e Cinque Stelle, che per tutta la campagna elettorale se le erano date di santa ragione. Ovvio che, se il Centrodestra dovesse fare cappotto, i margini di manovra di Mattarella sarebbero esigui: Meloni premier e vada come vada, al massimo il Colle potrà far sapere riservatamente, visto che formalmente tocca a lui decidere, gradimenti e sgradimenti rispetto a nomi di ministri (non sarebbe peraltro la prima volta). Ma se dalle urne uscisse un risultato double face, cioè non una combinazione secca ma la possibilità di accrocchi vari non sarei così sicuro che Mattarella non proverà a percorrere strade ardite pur di non consegnare il paese a Giorgia Meloni e soci. E penso che su questo conti il Pd forte del fatto che da dieci anni è al governo senza aver mai vinto una sola elezione.

 

Insomma, al Centrodestra non basterà vincere, gli tocca stravincere per essere sicuro di incassare il premio che alla sinistra sarebbe concesso anche nel caso di una vittoria al fotofinish. Stravincere come nel 2008, ultima esperienza di governo, sapendo che come nel 2008 dal giorno dopo un rodato sistema politico, mediatico e giudiziario si metterà al lavoro per ribaltare il risultato con operazioni costruite a tavolino. E chissà se "nonno Draghi" si presterà - come qualcuno già spera - alla bisogna. Per quello che ho capito dell'uomo direi di no, ma quando si parla di potere mai dire mai.

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