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Pd, la menzogna sulla Costituzione a rischio: cosa scordano su Letta e Napolitano

Corrado Ocone
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L'articolo 138 della nostra Costituzione, quello che ne regola le eventuali modifiche, è chiaro: per cambiarla occorrono che, a distanza di almeno tre mesi, ognuna delle due camere voti a maggioranza dei due terzi il nuovo testo. Se invece la maggioranza ottenuta è solo quella assoluta (la relativa non è sufficiente), basta che un quinto dei parlamentari chieda il referendum popolare perché questo si svolga e possa bocciare le modifiche introdotte senza necessità di raggiungere un quorum. Come si vede non è facile modificare la Costituzione italiana, e soprattutto anche nel caso di una vittoria netta della coalizione di centrodestra, questa difficilmente avrebbe da sola i numeri necessari per procedere in questa direzione. Basterebbe solo questa semplice riflessione per mostrare la strumentalità delle reiterate dichiarazioni di Enrico Letta e compagni a giustificazione della grande ammucchiata che sta unendo in questi giorni l'arco di forze che si oppone alla destra.

 


LA BALLA
L'"unione a difesa della Costituzione" è semplicemente una balla, ovvero un'arma propagandista per i gonzi e per chi in questi anni si è formato sulla retorica della "Costituzione più bella del mondo". Non solo: la più parte dei tentativi di modifica unilaterale della nostra Costituzione sono avvenuti in età repubblicana sotto governi guidati dalla sinistra o per ispirazione della stessa parte politica.Prima si tentò la via di commissioni bicamerali e a patrocinarle, dopo la prima presieduta dal liberale Bozzi, furono negli anni Novanta del secolo scorso sempre gli ex comunisti. Presidenti ne furono prima Nilde Iotti e poi Massimo D'Alema, che a cose fatte tentò di coinvolgere nel 1997 con il "patto della crostata" (come ebbe a definirlo Cossiga) anche Berlusconi. Capito l'inganno, a ragion veduta il Cavaliere non stette alla fine al gioco e fece saltare il tavolo. Da quel momento in poi tutti le riforme costituzionali attuate non hanno nemmeno più considerato la possibilità d'ideale di un iter bipartisan.

 

 


La via delle bicamerali è stata sostituita da quella delle votazioni a colpi di maggioranza, con la sinistra sempre protagonista e in prima fila. Fu anzi proprio il governo succeduto a quello di D'Alema, presieduto da Giuliano Amato, a inaugurare questa prassi molto più aggressiva. La frettolosa introduzione di una quota di federalismo con la modifica per via parlamentare del titolo V della Costituzione, rompendo vecchi equilibri, è stata forse una delle cause più potenti della sovrapposizione di funzioni fra Stato e regioni che ha portato a uno smembramento non armonizzato dell'ordinamento statale e ad un continuo conflitto di competenze fra organo dello Stato (a discapito anche dell'efficienza amministrativa come si è visto al tempo della gestione del Covid). Il proposito di Amato, non proprio nobile, era quello di arginare le richieste più radicalmente federalistiche provenienti dalla Lega di Bossi.
La modifica non impedì tuttavia al centrodestra di vincere le elezioni del 2001 e a Berlusconi di ritornare premier. Più stupefacente è però il caso della commissione di saggi presieduta da Gaetano Quagliariello che, per quanto bipartisan, fu istituita nel 2013 per impulso dell'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale aveva anche precedentemente preparato una bozza di lavoro con il lavoro di una mini commissione di dieci saggi. Sapete chi fu ad istituirla formalmente con l'insediamento nel 2013 del suo governo? Proprio quello Enrico Letta che oggi tratta la Costituzione come una sorta di reliquia sacra da preservare da quel barbari della destra. Venne poi il tentativo di revisione di Matteo Renzi nel 2016. In quel caso, con il lavoro del ministro Boschi, venivano introdotti vari cambiamenti, fra cui il superamento del bicameralismo perfetto: la sconfitta nel successivo referendum popolare portò alla fine in qualche modo dello stesso renzismo, o almeno della sua fase ascendente.


FAKE NEWS
E anche se non si tratta di una modifica in stretto senso costituzionale, non è stato forse il Pd più recentemente ad assecondare i Cinque Stelle nell'operazione di riduzione dei parlamentari senza pretendere poi con la dovuta forza dagli inaffidabili partner di maggioranza gli opportuni correttivi regolamentari? Sarebbe questo il senso dello Stato e delle istituzioni dei compagni? Alla fine dei conti, sono ben 47 le modifiche costituzionali a cui ha messo mano la sinistra unilateralmente quando è stata al governo. Non è allora strano, anzi sfacciato, che di intoccabilità della Costituzione si parli solo ora a sinistra. L'appiglio molto flebile è nel punto programmatico in cui si parla, in modo molto ragionevole, del presidenzialismo, che però non sarebbe politicamente realizzabile a breve, almeno non in questo momento e contesto politico. La formulazione del centrodestra è tesa a rafforzare, non ad indebolire, la nostra democrazia, come hanno fra l'altro attestato con onestà intellettuale eminenti rappresentanti della cultura e della politica non certo di destra come Sabino Cassese e Luciano Violante. È davvero impressionante come a sinistra si usino fake news e si modifichi la storia anche recente, a proprio uso e consumo

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