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Silvio Berlusconi, lo schiaffo della Gelmini: "So da che parte stare"

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"Non basta scrivere ‘Ppe’ nel logo di partito per chiarire le ambiguità di questi mesi": Mariastella Gelmini ci va giù pesante quando parla del suo ex partito, Forza Italia, e del modo in cui questo ha affrontato il tema dell’aggressione russa all’Ucraina. Intervistata da Affariitaliani, la ministra per gli Affari regionali, passata adesso nel partito di Carlo Calenda, torna sull'agenda Draghi e rivela: "Tra la destra di Giorgia Meloni e l’eredità di Mario Draghi io non ho dubbi, so da che parte stare e credo che anche molti italiani la pensino come me”.

La Gelmini, poi, rimette al mittente le accuse di "tradimento" che le sono state rivolte: "Le invettive di queste ore si commentano da sole e ad oggi posso dire che anche tutte le accuse che mi sono state rivolte riguardo all’alleanza con il Pd e la sinistra vengono finalmente smentite dai fatti". Proprio sulla scelta del leader di Azione di rompere col Pd ha detto: "Calenda ha dimostrato di che pasta è fatto e ha finalmente dato agli italiani una proposta liberale, popolare, alternativa alla sinistra di Fratoianni e alla destra alleata di Orbàn e Le Pen, che insiste su favole fiscali e obiettivi irrealistici. Noi di Azione mettiamo al primo posto gli italiani”.

Sulla eventuale alleanza con Italia Viva, l'ex azzurra è rimasta sul vago: "Vedremo se anche Renzi è disposto ad affrontare con noi questa sfida e ad intraprendere con coraggio questo percorso". Infine, sul loro programma elettorale ha spiegato: "La nostra unica promessa è non fare promesse irrealizzabili. Atlantismo ed europeismo, senza se e senza ma; formazione e Industria 4.0; infrastrutture, rigassificatori e termovalorizzatori dove necessario; transizione ecologica senza distruggere posti di lavoro e Made in Italy; taglio del cuneo fiscale e una mensilità in più per i lavoratori; drastica revisione del reddito di cittadinanza: le giovani generazioni chiedono più percorsi di crescita, non bonus di Stato".

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