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Carlo Calenda, primi malumori: scoppia la guerra dentro Azione

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Alle elementari le maestre insegnano che non si possono mettere insieme le mele con le pere: non si sommano cioè metri con centimetri o chilogrammi con litri. Avrebbe dovuto ricordarlo Carlo Calenda quando ha imbarcato nel suo partito Azione i fuoriusciti di Forza Italia. Ma non lo ha fatto e adesso che ha stretto l'accordo elettorale con Matteo Renzi si trova a gestire i primi maldipancia degli ex azzurri. Come rivela Pasquale Napolitano sul Giornale gli ex forzisti speravano nella "carta Carfagna". La sua autorevole fonte del Terzo Polo rivela i dubbi: "Con la leadership di Calenda saremo percepiti come una costola del Pd. Qualcosa di sinistra, insomma. Giorgia Meloni in un confronto pubblico con Letta e Calenda apparirà come una gigante. Altra cosa sarebbe stato un confronto tra Carfagna e Meloni".

 

 

E poi c'è anche una ragione elettorale. "Con Calenda", continua la fonte, "falliamo lo sfondamento a destra, Azione doveva puntare all'elettorato moderato di centrodestra. Calenda sarà percepito come leader di sinistra. D'altronde è stato un candidato di punta del Pd di Zingaretti, ministro di Renzi. La leadership affidata a Calenda è un errore". Da parte sua il ministro Mara Carfagna tira dritta per la sua strada e anzi sembra entusiasta dell'accordo: "Si costituisce finalmente una alternativa di voto per gli elettori che hanno apprezzato il metodo Draghi della responsabilità e della serietà: il solo metodo che consente di ottenere risultati in favore dell'Italia". Vedremo se gli italiani la pensano così.

 

 

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