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Luigi Mastrangelo, fango contro il campione della Lega

Tommaso Lorenzini
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«È una lezione che mi servirà». Lo ammette, Luigi Mastrangelo, stella della pallavolo azzurra, plurititolato con club e Nazionale e oggi, 47enne, debuttante in politica con la Lega (candidato nel plurinominale alla Camera nella sua Puglia), dopo l'incontro a un comizio con Matteo Salvini col quale da subito si è trovato in sintonia. Tanto che la politica leggi la macchina di propaganda della sinistra - gli ha dato subito il benvenuto dopo che ieri è inciampato in un'intervista a Radio Capital: «Bisognerebbe togliere magari un pochino, un qualcosina alla sanità. Siamo tutti bravi a dire che lo sport è salute, che fa bene a tante malattie, ma poi andiamo a vedere veramente chi pratica e quante ore al giorno dedichiamo al nostro fisico e la percentuale precipita. Lo sport deve diventare un elemento essenziale della nostra quotidianità». Precisando che sarebbe necessario «dedicare allo sport qualcosina, una piccola briciola» dei fondi a disposizione.

 

 

 


La sinistra lo ha schiacciato in blocco, «proposte folli» le ha definite il ministro della Salute Speranza (conosciamo la sua gestione del Covid) fino a ex colleghi come Mauro Berruto, già ct dell'Italvolley e ora responsabile sport del Pd: «Una proposta così imbarazzante che non saprei commentare». Il tutto distorcendo la sostanza del discorso di Mastrangelo, vale a dire «che un adeguato e calibrato investimento nello sport oggi, produce anche un risparmio in sanità domani», spiega lo stesso Gigi a Libero, «ho letto i tweet, compreso quello di Mauro, che mi rimprovera perché da atleta di punta non avevo bisogno di fare la coda per un esame specialistico, ma non me ne curo.
Abbiamo tutti notato come in questa campagna elettorale lo sport della sinistra sia gettare fango sull'avversario».

 

 


Stupisce infatti la dicotomia dei kompagni. Da una parte fanno diventare lo sport loro cavallo di battaglia quando si tratta di utilizzarlo come leva per distribuire cittadinanze italiane a ragazzi stranieri, dall'altra aborrono la sua promozione come fosse un retaggio «del Ventennio» (Laura Boldrini dixit). «È vero, è sconcertante», conferma Mastrangelo, «al pari dei dati Istat secondo i quali il numero dei giovani sedentari rispetto al 2021 è aumentato del 5,6% per colpa del Covid. Invece delle polemiche strumentali, a noi interessa riportare i ragazzi nelle palestre, intervenire nella promozione e nell'attività sportiva nelle scuole e dotarle di attrezzature adeguate, utilizzare i fondi del Pnrr per riqualificare gli impianti: nel mio paese di nascita, Mottola, il palazzetto è ancora come l'ho lasciato 30 anni fa. È da qui che si creano le basi per persone più sane, lontane dal bullismo, dalle droghe, dalle cattive compagnie. Ed è da qui, riallacciandomi al discorso di partenza, che si crea per lo Stato un risparmio di fondi e una ripartizione virtuosa. Proprio Berruto sa che alcuni studi hanno dimostrato come un euro investito in progetti di benessere sociale tramite lo sport genera un risparmio diretto fino a 4 euro per il Sistema sanitario nazionale. Ecco come si fa a "togliere" le risorse alla sanità: facendo in modo di non averne bisogno. Invece la sinistra gioca sporco». Mastrangelo, glielo facciamo noi un gioco cattivo: sulla sua scheda alle elezioni ci sono due nomi, Berruto e Velasco, chi sceglie? «Berruto mi ha dato tanto ma metto la x su Velasco: il suo modo di concepire lo sport come socialità e come messaggio che trasmette ai giovani è un modello unico».

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