Cerca
Cerca
+

Giuliano Ferrara distrugge Calenda: "No, assolutamente". Basta una frase

  • a
  • a
  • a

"La perfezione di Calenda è un handicap": la pensa così Giuliano Ferrara, che in un articolo sul Foglio ha commentato la recente intervista del leader di Azione col Corriere della Sera. "L'ineccepibile scaletta dei problemi politici e programmatici ha aiutato il candidato, il leader, a dare il meglio di sé, niente esagerazioni romanesche (a parte un riferimento indiretto a "quanno affitti"), no irritazioni rissaiole, no ipersemplificazioni da social, uso decente, cioè non ossessivo, di rigassificatori e inceneritori, dati politici e cose da fare e come farle - ha spiegato il giornalista - e poi la solita agenda Draghi e una spolverata non banale di questioni etiche e ambientali, clima e cannabis compresi".

 

 

 

Dopo aver fatto i complimenti a Calenda per l'intervista, Ferrara ha sottolineato che il problema - a suo avviso - sta "nelle ragioni e nel ragionamento politico di base, che non è farlocco o demagogico ma piuttosto improbabile". Poi, parlando dell'accordo mancato con il Pd di Enrico Letta, ha continuato: "La corsa in solitario ha il suo fascino per la base di un partito nuovo, che pretende rigore morale prima che efficacia politica e combinatoria, e per favorire la delineazione di una linea purista e terzista in sostegno di un'avventura personale a fianco di un sapiente manovratore, Renzi, in passato disprezzato ma recuperato con destrezza nella lista comune guidata da SuperCarlo". 

 

 

 

In definitiva, però, il giudizio su Calenda non è positivo: "La perfezione del progetto, la perfezione argomentativa di Calenda, va contro l'imperfezione del mezzo. E aristotelicamente una perfezione imperfetta non si dà". Secondo Ferrara, inoltre, il trionfo del terzo polo alle elezioni è quasi impossibile: "Un'esplosione politico-elettorale del Terzo polo, capace con le sole liste maggioritarie di rovesciare la tendenza negativa per gli avversari della coalizione unita di centrodestra, e di sbarrare la strada a Meloni per magari riattivare un governo Draghi oggi in uscita. Ma si può anche crederci? La perfezione è in politica la cosa più pura, il distillato più alambiccato e preciso di una manovra idealmente senza pecche, in cui non si può assolutamente credere".

 

 

 

Dai blog