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Sinistra al potere 27 anni, ma ora incolpa la destra

Francesco Storace
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E ti pareva che a una settimana dal voto per le politiche non spuntassero fuori gli avvoltoi? Solo così si possono definire i sinistri che volteggiano sulle tragedia delle Marche. Mentre le famiglie delle città sconvolte piangono i morti e contano i danni, c'è chi si cimenta nello sciacallaggio. E stupisce soprattutto l'atteggiamento di due personalità che in privato appaiono garbatissime ma si manifestano in maniera indecorosa con un microfono in mano. Enrico Letta, segretario del Pd, e Giuseppe Sala, sindaco di Milano, si sono scatenati contro Francesco Acquaroli, governatore della regione Marche: la sua colpa sta nell'identità politica, è di destra, di Fdi. Lo accusano di tutto, quando le colpe stanno sulle spalle di chilo ha preceduto negli ultimi trent' anni. Letta arriva a parlare di negazionismo di destra sull'ambiente. L'inerzia dei suoi compagni di partito non gliel'hanno raccontata. Lo sa il segretario del Pd che risale al 1982 (Acquaroli aveva otto anni) il primo progetto per far sfogare le piene del fiume Misa? Nonostante i soldi già stanziati, l'opera non è stata ancora realizzata. E certo non lo fai in due anni, a pandemia in corso (l'attuale presidente sta lì da due anni, settembre 2020).
 

 

L'ASSALTO DI SALA L'assalto lo porta a compimento Beppe Sala. Scioglie la lingua sul palco di Monza e spara a zero, in maniera inconsistente ma pesante e grave. Mica fa il mea culpa per chi ha governato la regione Marche in trent' anni e segnatamente dal 1993 al 2020. No, ciurla nel manico per aggredire il centrodestra, dove «non sentono la questione ambientale, come se non esistesse: andassero a dirlo ai familiari delle vittime della Marmolada o delle Marche che non è urgente». Quanto squallore in questa polemica. Ma va capito: sul palco da dove concionava c'era scritto vota Pd e anche i morti del nubifragio possono essere utili, se debitamente strumentalizzati.
A fermare le bombe d'acqua ci penserà lui col pugno chiuso. Oppure Chiara Ferragni, che aveva appena finito di attaccare Acquaroli e la sua giunta in materia di aborto, che si scatena una tragedia vera e propria. Non è che la celebre influencer porta un po' sfiga? Ma lei può essere scusata. Non può sapere che è dal 2014 che il governo (Renzi) stanziò 45 milioni di euro per le vasche a monte del Misa. Forse non usava ancora neppure i social...
Quei soldi non li ha spesi nessuno e ora nemmeno bastano più. Ma Letta incolpa il cambiamento climatico per non fare mea culpa sui suoi.
Invece, basterebbe un po' di solidarietà senza polemiche per mostrare il volto di un'Italia solidale. Ma il sangue scorre nell'arena preelettorale e bisogna approfittarne. Mica lo hanno capito che c'è stato un nubifragio assolutamente eccezionale: in circa tre ore sono caduti 420 millimetri di pioggia, la metà di quello che piove normalmente in un anno nella regione Marche. Sono crollati i pronti, le strade sono state interrotte o diventare inagibili, le auto inghiottite da fango e detriti e le case allagate senza corrente elettrica. E sono morte persone. Scomparsi bambini. Ma loro, Letta e soci, hanno da pensare ai voti.
 

 

 

SISTEMAZIONE DEI FIUMI Basterebbe ascoltare come stanno le cose, proprio dalla voce responsabile di Acquaroli. Mantenere i nervi saldi non è facile: «C'è un progetto di sistemazione del Misa e del Nevola il cui costo supera i 100 milioni di euro. Ma per la gestione e la programmazione di tutto il dissesto nelle Marche abbiamo a disposizione 50 milioni di euro di fondi europei. Per tutto il tema del dissesto: la metà di quanto servirebbe per il Misa». Esiste una strada per uscirne, se la si smette di polemizzare e si comincia invece a lavorare. «Bisogna cambiare approccio. Dobbiamo mettere in condizione gli enti di lavorare. Serve una legislazione diversa, più snella, meno pronta a fermare tutto. E occorrono i fondi. Senza risorse, come facciamo a pulire in maniera profonda i fiumi? Senza uno stanziamento forte e se questo tema non diventa una priorità nazionale, anche in virtù del cambiamento climatico imprevedibile, la situazione sarà sempre peggiore». Il governo che verrà ascolti il presidente delle Marche, anche perché potrebbe essere la voce di qualunque altro governatore, viste le condizioni del territorio in tutta Italia. Ma non ditelo ad Enrico Letta. Tanto, se continua così, da lunedì prossima, dovrà impegnarsi altrove. Magari in Francia. Ora ci sono i comizi, mica gli aiuti. Le bandiere rosse sono più importanti della Protezione civile. Letta le alleanze le fa solo col maltempo. 

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