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Giorgia Meloni rovina la sinistra: restano solo le barricate

Iuri Maria Prado
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Quando la nuova maggioranza si insedierà e comincerà a lavorare, non si tratterà più, per l'opposizione, di un'azione pubblica sbagliata, di provvedimenti emendabili, di riforme inopportune: si tratterà di attentati alla democrazia, di maneggi di una schiatta criminale, di un insulto continuo alla presentabilità del Paese. E ad opporvisi non saranno gli strumenti ordinari del confronto parlamentare, ma le piazze del vaffanculo e del 25 Aprile, il lavorìo delle procure della Repubblica, la strumentalizzazione degli alti moniti, le corrispondenze in vernacolo Ue, la pirateria della televisione di Stato e della stampa coi fiocchi.


Si denuncerà il decadimento democratico del Paese a prescindere da come questo è amministrato, e per il sol fatto che ad amministrarlo non sarà il presidio Bella Ciao, per il sol fatto che il campiere progressista non sarà l'esclusivo protettore ed esattore del latifondo italiano, per il sol fatto che a garantire l'ordinamento costituzionale non saranno quelli per cui le riforme costituzionali possono farsi o no secondo che a farle sia l'uno o l'altro. E poiché sarà questo, il criterio, avremo il doppio danno di un'opposizione inaffidabile e di una maggioranza eventualmente lasciata libera di fare errori anche grossi: perché a controllarla non sarà una vigilanza di merito, ma un pregiudizio motivato da astinenza di potere.
 

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