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Matteo Salvini, serve un "ministero del Cibo": cosa può cambiare

Attilio Barbieri
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Sulle materie prime alimentari come sull'energia è arrivato il momento di decidere. Giocare a carte scoperte. Anche in Europa. Il Salvini-pensiero, espresso nel corso di un incontro con i vertici Coldiretti al Villaggio Contadino che ha aperto ieri al Castello Sforzesco di Milano, è come sempre chiaro. Ultimamente «la Ue ha dimostrato che vale il motto ognun per sé e Dio per tutti», ha esordito il leader della Lega di fronte al popolo della bandiere gialle, «la Germania giovedì non ha atteso l'intervento europeo e ha messo 200 miliardi cash. Di bollette non parlo più. Mi dicevano: sii prudente, aspettiamo il tetto al prezzo del gas e non possiamo fare altro debito. Se non mettiamo dei soldi adesso, faremo il triplo del debito fra qualche mese con il rischio di avere un milione di disoccupati in più. Settembre è finito, il nuovo governo entrerà in carica fra circa un mese. Non possiamo aspettare altri 30 giorni» per un intervento contro le bollette. «Chiedo a voi», ha aggiunto, «dobbiamo aspettare di licenziare migliaia di persone e che chiudano migliaia di aziende o bisogna intervenire presto e bene? Bisogna intervenire adesso, perché fra 2 o 3 mesi rischia di essere troppo tardi».

PRODUZIONE TAGLIATA
La visita di Salvini all'evento Coldiretti è arrivata alla fine della protesta degli agricoltori contro l'inflazione e il caro energia. «Senza agricoltura non si mangia» e «Non spegneteci il futuro», gli slogan che hanno risuonato all'interno del parco Sempione, dove i giovani agricoltori, con al seguito animali e prodotti tipici,vestiti con gli indumenti da lavoro e gli attrezzi hanno a lungo protestato contro i rincari che stanno squassando la filiera. Secondo un'analisi della Coldiretti un giovane agricoltore su quattro ha già ridotto la produzione a causa dei rincari energetici aggravati dalla guerra in Ucraina che hanno provocato un aumento record dei costi, dal gasolio ai concimi, dai mangimi ai materiali per l'imballaggio e mettono ora in pericolo il futuro di un'intera generazione impegnata a lottare per l'autosufficienza alimentare ed energetica.

Ma non c'è soltanto l'energia. Mentre sul nuovo esecutivo si moltiplicano le indiscrezioni, il segretario del Carroccio rilancia una proposta avanzata proprio dal numero uno della Coldiretti, Ettore Prandini che ha chiesto l'istituzione del ministero della sovranità alimentare. «Il nome non mi dispiace», ha detto Salvini, «il ministero della sovranità alimentare, perché è indipendenza». A rilanciare con forza la richiesta di un intervento dell'esecutivo è stato proprio Prandini. «In un momento di forte criticità perla filiera agricola e agroalimentare del nostro Paese, con rincari non più sostenibili, abbiamo superato l'aumento del 500 per cento sul costo energetico», ha tuonato il presidente della Coldiretti, ricordando che «da mesi chiediamo un intervento forte da parte del governo in carica, che purtroppo non c'è stato, in attesa delle risposte che dall'Europa dovevano arrivare. L'Europa è in una fase di attesa, ma abbiamo bisogno di mettere in campo una risposta ai bisogni delle imprese com'è stato fatto in altri Paesi». «La Germania- ha aggiunto - ha stanziato 200 miliardi su tutti i settori produttivi, prima era intervenuta la Spagna ponendo un tetto al prezzo del gas e dell'energia, poi la Francia». «L'Italia fino a oggi è uno spettatore- ha rincarato e quello che è stato stanziato è insufficiente. Tutto questo rischia di generare un indebolimento della filiera produttiva con il rischio che alcune delle eccellenze in campo industriale diventino terra di conquista da parte delle multinazionali estere».

SOLDI SUBITO
Il leader della Coldiretti, come i rappresentanti di quasi tutto il mondo produttivo, si trova sulla stessa lunghezza d'onda di Salvini: «Sicuramente ci deve essere uno scostamento di bilancio», ha concluso, «e sicuramente si possono recuperare i maggiori proventi legati alle bollette, che vanno riversati subito a favore di imprese e cittadini». Con il balzo dell'inflazione all'8,9%- ma nel carrello supera addirittura l'11% - e l'aumento delle bollette elettriche del 59% comunicato giovedì dall'Autorità per l'energia, oltre un italiano su due ha già tagliato la spesa nel carrello proprio per l'aumento dei prezzi che ha ridotto il potere d'acquisto delle famiglie con un effetto a valanga che potenzialmente può coinvolgere l'intera filiera agroalimentare che dal campo alla tavola vale 575 miliardi di euro. Una posta troppo alta per ignorarla.

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