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Beppe Grillo chiama a rapporto le "Brigate di cittadinanza"

Grillo e le Brigate di cittadinanza

Il comico scavalca Conte e chiama a raccolta i percettori dell'assegno grillino: «Vogliono renderlo illegale e fare la guerra ai poveri, lavorate per la comunità»

Francesco Specchia
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«Uno stupido è uno stupido. Due stupidi sono due stupidi. Diecimila stupidi sono una forza storica» diceva Leo Longanesi delle cui battute corazzate e controcorrente Beppe Grillo è, da sempre, estimatore.

Forse non ci sono stupidi (forse) tra i «circa 3 milioni di percettori del reddito di cittadinanza molti dei quali con competenze che vorrebbero mettere a disposizione della comunità», scrive Grillo. Ma il fatto di evocarne la forza storica può portare, oggi, a qualche problema di rapporti e di ordine pubblico. Grillo è, da qualche tempo, immerso in una sorta di digiuno intermittente delle parole: nel suo sacro blog non si è vista traccia, finora di tripudio per i risultati elettorali del Movimento 5 Stelle. Epperò, giorni fa, ha estratto la metafora del «M5S grande nespolo rigoglioso e verde» (l'hanno capita in pochi, ma i botanici erano contenti).
 

DIGIUNO DI PAROLE
Poi s' è nuovamente zittito; e oggi, rieccolo a chiamare a raccolta tutti i «brigatisti di cittadinanza», e a scuotere l'immaginario di una platea già estenuata dalla guerra e dal carobollette. Per la verità, l'Elevato articola così il discorso: «Sarebbe anche previsto che lo possano fare (mettere a disposizione le competenze, ndr) ma "qualcuno" preferisce impedirglielo, creando ostacoli burocratici per renderlo irregolare, se non illegale, perché è più comodo usarli come carne da cannone per fare la guerra ai poveri. Per questo chiamo a rapporto le Brigate di Cittadinanza, cittadini volenterosi che vogliano offrire il loro operato "illegalmente" per aiutare la comunità con lavori e opere di bene nel proprio quartiere o nel proprio paese, perché servire la comunità è un dovere. Cittadini che si possano sentire liberi di poter riparare una panchina dismessa, ripristinare un giardino abbandonato, costruire giochi per i bimbi. Brigatisti di Cittadinanza, abbiamo bisogno di voi!». Alè.

Ora il Grillo-pensiero, lampo nella notte postelettorale, qui ha almeno due piani di lettura. Il piano più pericoloso, per le menti semplici - molti percettori del reddito compresi - sta nella mobilitazione. Sta nel fatto che, soltanto fino a un settimana fa Giuseppe Conte aveva parlato di «guerra civile» contro Renzi e tutti coloro che il reddito avrebbero voluto cancellarlo. Sicché, si nota il rapporto causa-effetto tra la freschissima idea di Giorgia Meloni di depotenziare il sussidio ritirandolo dopo il primo rifiuto di posto di lavoro, e l'improvvisa «chiamata alle armi» del brigatismo grillesco. «Non toccate il reddito, siamo in tanti!», è il sottotesto. Che, tra l'altro, si accompagna all'immagine di un pugno chiuso con chiave inglese, roba smaccatamente copiata dal film Fist sulle vicende di Jimmy Hoffa, sindacalista degli autotrasportatori Usa negli anni 60. Un'idea di potere al popolo assai vibrata, non nuova all'elettorato pentastellato.

E qui hanno gioco facile gli avversari politici, tipo Maurizio Gasparri il quale accusa di irresponsabilità chi ricorda «le Brigate Rosse» e «i linguaggi minacciosi del passato di taluni che furono sottovalutati. Un conto è difendere la politica sociale, altro è usare parole equivoche ed alimentare tensioni sociali». O tipo Matteo Salvini: «In questo momento drammatico chiunque parli di Brigate è un folle e un irresponsabile». O tipo Daniela Ruffino di Azione: «evoca brutti ricordi legati al terrorismo». Meno drammatica e più montanelliana è la reazione di Ugo Cappellacci, big sardo di Forza Italia: «Grillo ama così tanto i poveri che quando è andato al potere ne ha creato molti di più e vuole che restino tali per carpirne il voto col reddito di cittadinanza». E questo è il piano di lettura più drammatico.

Ma, poiché pare che Giuseppe Conte, non fosse esattamente informato del post e della nuova strategia di comunicazione del suo Garante, e se ne sia accigliato; be', emerge anche un'interpretazione più elevata del tutto. Elevata come i pensieri all'elio dell'Elevato stesso. Grillo vuole riprendersi la scena. E lo fa proponendo ai percettori del reddito occupabili - ma che non si sono voluti "occupare"- l'idea di un lavoro utile ma volontario che li metta a disposizione della comunità. Gratis, però.

RIPRENDERSI LA SCENA
«Evitiamo di farci dare dei fancazzisti, please», è l'altro sottotesto. Che contrasta con l'avverbio di Conte, «gratuitamente», ossia la metodologia elettorale che ha permesso al presidente di occupare militarmente il Meridione. Non a caso il post di Grillo «Brigate di Cittadinanza, a rapporto!» si chiude con «l'iniziativa delle Brigate di Cittadinanza giova gravemente alla Comunità. Autorizzazione Ministeriale Non Richiesta». Come se Grillo volesse riprendersi la scena e il partito. Che mollerà alla sua prossima eclisse...

Ma, poiché pare che Giuseppe Conte, non fosse esattamente informato del post e della nuova strategia di comunicazione del suo Garante, e se ne sia accigliato; be', emerge anche un'interpretazione più elevata del tutto. Elevata come i pensieri all'elio dell'Elevato stesso. Grillo vuole riprendersi la scena. E lo fa proponendo ai percettori del reddito occupabili - ma che non si sono voluti "occupare"- l'idea di un lavoro utile ma volontario che li metta a disposizione della comunità. Gratis, però.

RIPRENDERSI LA SCENA «Evitiamo di farci dare dei fancazzisti, please», è l'altro sottotesto. Che contrasta con l'avverbio di Conte, «gratuitamente», ossia la metodologia elettorale che ha permesso al presidente di occupare militarmente il Meridione. Non a caso il post di Grillo «Brigate di Cittadinanza, a rapporto!» si chiude con «l'iniziativa delle Brigate di Cittadinanza giova gravemente alla Comunità. Autorizzazione Ministeriale Non Richiesta». Come se Grillo volesse riprendersi la scena e il partito. Che mollerà alla sua prossima eclisse...

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