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Matteo Salvini, niente Viminale? Ecco il ministero ad-hoc

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Per Matteo Salvini si apre un'altra strada e non è quella per il Viminale. A pochi giorni dalla prima riunione delle nuove Camere, il centrodestra lima gli ultimi dettagli. O meglio, i nomi della squadra di governo. Occhi puntati sul ministero dell'Interno. Il leader della Lega potrebbe rinunciare a tornare al dicastero già stato suo durante il Conte 1 e ottenere le Infrastrutture. Se così fosse, la poltrona potrebbe andare al prefetto Matteo Piantedosi. Complice il processo ancora aperto sul caso Open Arms. L'ex ministro è ancora imputato e, se venisse condannato - è il ragionamento del Corriere della Sera - per l'esecutivo sarebbe un ostacolo. 

 

 

Nessun dissapore comunque all'interno della coalizione. La Lega ha precisato che "non ci sono veti di alcun tipo su Salvini, il cui ottimo lavoro ai tempi del Viminale non è in discussione". L'unica richiesta del Carroccio? Stando a Salvini il partito chiede un ministero per la Famiglia e la natalità, perché "con questo governo si spera di concretizzare i progetti che in Parlamento abbiamo più volte sostenuto, cercando di seguire l'esempio delle politiche del Trentino Alto Adige, la Regione che ha l'indice di natalità più alto". 

 

 

Tornando al Viminale la scelta di un tecnico sarebbe apparsa la via d'uscita migliore per sciogliere il nodo. Il prefetto di Roma ha già ricoperto l'incarico di capo di gabinetto proprio con Salvini all'Interno. Non solo, perché Piantedosi è stimato da tutti senza distinzione tra centrodestra e centrosinistra. Quanto basta a fare pensare che sarà proprio lui a salire al ministero. In ogni caso il tempo scorre e Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia dovranno presentare la lista finale massimo tra un paio di settimane. Fino a quel giorno la Lega può optare per un altro nome. Chissà, magari politico come Giulia Bongiorno, avvocato che ha difeso il leghista nel processo Open Arms.

 

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