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Governo, dentro il toto-ministri: dove vanno Tajani e Pera

Fabio Rubini
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«Penso proprio che con Salvini e Berlusconi ci dovremo vedere nei prossimi giorni». L'ha detto Giorgia Meloni uscendo in serata dai suoi uffici alla Camera. La leader di FdI, che aspetta l'insediamento delle Camere e le consultazioni, per ricevere l'incarico esplorativo da Sergio Mattarella, in quell'occasione inizierà a mettere nero su bianco nomi e incarichi per confrontarli con quelli degli alleati di governo. Nel mentre le indiscrezioni su possibili incarichi proseguono senza sosta. I rumors confermano che all'Economia finirà un tecnico: in pole Domenico Siniscalco o Fabio Panetta, sul quale prosegue serrato il pressing di Meloni.

 

 

Al Viminale la Lega insiste per Salvini, ma Giorgia preferirebbe un esterno come Matteo Piantedosi, ex capo di Gabinetto del leader leghista. Per gli Esteri dicono da Forza Italia - si sarebbe riaccesa la speranza per Antonio Tajani. Un altro nodo importante da sciogliere per la leader di Fratelli d'Italia è quello che riguarda Licia Ronzulli, che Silvio Berlusconi vorrebbe alla guida di un ministero di peso come la Salute. Lo stallo potrebbe sbloccarsi se la fedelissima di Arcore accettasse di spostarsi alla Famiglia o alle Pari opportunità. Gli altri azzurri papabili, oltre a Tajani e Bernini che non dovrebbero avere problemi, sono Andrea Mandelli per un ministero e Alessandro Cattaneo, per un posto da viceministro. Quanto alla Difesa, il borsino darebbe in campo un politico ma anche un tecnico, e c'è chi vede in lizza anche il cofondatore di Fratelli d'Italia Guido Crosetto (oppure Tajani se non dovesse andare agli esteri). Tra i meloniani il nome forte nel ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è quello di Giovanbattista Fazzolari.

 

 

Raffaele Fitto avrebbe prenotato il dicastero degli Affari europei e per FdI sarebbero della partita anche Fabio Rampelli, Daniela Santanchè (in pole per il Turismo). Per la Giustizia Meloni pensa sempre all'ex pm Carlo Nordio mentre per il Sud si fa il nome del governatore siciliano uscente, Nello Musumeci e per il dicastero delle Riforme quello dell'ex presidente del Senato, Marcello Pera. Rimane top secret, invece, chi guiderà il neo ministero del Mare. Resta irrisolto il nodo di Ignazio La Russa: l'esponente di Fdi potrebbe aspirare alla presidenza del Senato (e in questo caso la guida di Montecitorio andrebbe al Carroccio o a Fi) o entrare nel governo Meloni come ministro. Infine Salvini. Se non dovesse riuscire a tornare al Viminale, per lui potrebbero aprirsi le porte del ministero all'Agricoltura (dove però crescono le quotazioni del leghista Gian Marco Centinaio) o alle Infrastrutture (per il quale è in corsa Edoardo Rixi).

Il Carroccio avrebbe prenotato anche gli Affari regionali (la favorita in questo caso è Erika Stefani) e alla fine riuscirebbe a spuntare anche una presidenza delle Camere: il Senato con Roberto Calderoli o la Camera con Riccardo Molinari, fedelissimo del Capitano. Sul fronte governo da Via Bellerio assicurano che la Lega «ha le idee chiare su cosa fare e con chi», si legge in una nota del Carroccio. «Non vediamo l'ora di passare dalle parole ai fatti». Intanto in serata il Quirinale smentisce un contatto telefonico con Meloni del quale si vociferava nel pomeriggio. Ad ogni modo, fanno notare da più parti, in una fase delicata come questa, non sarebbe certo inusuale. 

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