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Belloni, il passo indietro stravolge il toto-ministri: cosa cambia

Elisabetta Belloni  

Pietro De Leo
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Ancora una manciata di giorni, e il passaggio elettivo dei Presidenti delle Camere segnerà, nella maggioranza di centrodestra, un primo passaggio di pesi e ruoli. Funzionale a capire qualcosa di più sulla formazione del prossimo governo. Su cui si mescola la pratica delle ipotesi che vorticano sul filo delle trattative, e persino i bookmakers che mettono le quote sui nomi. Ieri, per esempio, secondo l'agenzia specializzata Agipronews, Fabio Panetta all'economia era dato a 1,83, Domenico Siniscalco a 2,89 e Dario Scannapieco a 4,82. Scannapieco e Panetta, a quanto pare, si sono sfilati dalla corsa, mentre il borsino (stavolta politico) di Siniscalco vede la freccia giù.

Entrano, infatti in partita altre due figure. Una è "tecnica", Gaetano Micciché, presidente della divisione Imi di Banca Intesa, già numero uno di Lega Calcio. L'altra ipotesi, invece, è autenticamente politica, il leghista Giancarlo Giorgetti, titolare uscente dello Sviluppo economico.

 

 

Andando in generale, c'è un nome che si tira indietro rispetto alla corsa: è quello di Elisabetta Belloni, numero uno del Dis (profilo ricorrente nei totogoverni, sia addirittura a gennaio per il toto Quirinale) che in molti assegnavano "virtualmente" agli Esteri. «Non farò il ministro, faccio un altro lavoro», ha affermato ieri ai taccuini dei giornalisti. E dunque toglie il suo nome da un campo dove alte possibilità continua ad averle il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani (che però è accreditato anche per altre caselle).

Particolarmente spinosa, poi, è la casella Sanità; snodo per trovare il punto di equilibrio sull'intera squadra visto che per quell'incarico Berlusconi vorrebbe Licia Ronzulli. In alternativa all'esponente azzurra, girano alcuni nomi. I rumors in questi giorni hanno parlato anche di Guido Bertolaso e però, a quanto apprende Libero, si tratterebbe di mera suggestione giornalista: lui non è per nulla propenso e peraltro nessuno gli ha prospettato alcunché. Un'altra figura sul tavolo è Guido Rasi, già direttore dell'Ema, l'agenzia europea del farmaco. Altro ministero pesante, e su cui ogni partito piazza le sue fiches, è la Giustizia.

 

 

 

Matteo Salvini ha più volte rivendicato pubblicamente quella casella per Giulia Bongiorno. Fratelli d'Italia schiera Carlo Nordio, mentre in area azzurra due sono i nomi potenziali: la Presidente del Senato uscente Elisabetta Alberti Casellati e l'attuale sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. Capitolo Viminale, anche questa casella è decisiva per trovare la quadra, dove il nome più accreditato pare essere quello di Matteo Piantedosi, attuale Prefetto di Roma ed ex capo di Gabinetto di Salvini. Ma non è escluso che la Lega potrebbe riuscire ad ottenere questa casella importante per il proprio messaggio di contrasto all'immigrazione clandestina. In quel caso ci sarebbero un paio di opzioni: o Nicola Molteni, attuale sottosegretario al Viminale, oppure la stessa Giulia Bongiorno.

A quel punto, Matteo Salvini potrebbe andare alle infrastrutture e trasporti, posizione anche questa importante perché nel suo ambito organizzativo entra la guardia Costiera. Sempre alla Lega, poi, dovrebbe andare all'Agricoltura, dove uno dei nomi più accreditati è quello di Gian Marco Centinaio. E se per la Difesa si fa con insistenza il nome di Adolfo Urso e per l'Ambiente quello di Fabio Rampelli, entrambi di Fratelli d'Italia, è ancora da chiarire il quadro per il ministero della Famiglia. Qui, Salvini punterebbe per Erika Stefani (che però potrebbe andare anche agli Affari Regionali), mentre Fratelli d'Italia propende per Isabella Rauti.  

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