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Bollette, la menata sugli extra-profitti: ecco chi è il vero squalo

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Iuri Maria Prado
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Presente la menata sugli extra profitti? Non che il problema sia falso, perché le bollette impazzite ci sono e fanno molto male ai cittadini e alle imprese. Ma la rappresentazione che si fa del problema, come al solito, è parecchio difettosa. Sì, perché più o meno si lascia intendere che ci sono i Paperon de' Paperoni neoliberisti che ingrassano a spese del popolo affamato, in modo tanto più immorale considerando che accumulano denaro durante il flagello della pandemia e della guerra.

 

 

Ma c'è un piccolo particolare, guarda caso trascurato in quella messinscena demagogico-poverista: e cioè che una buona quota delle imprese che han fatto i cosiddetti extra profitti sono in mano pubblica. Dice: «Basta con la speculazione!». Ok, peccato che il primo speculatore, se di speculazione si tratta, è lo Stato ladrone: il quale è il primo a incamerare, e in gran misura, lo sterco del diavolo al cubo costituito dai profitti delle società su cui tiene le grinfie.

 

 

Per carità, sarà anche brutta l'immagine del miliardario che si gode quella montagna di soldi standosene in panciolle sul panfilo, mentre la gente non tira il mese e si appresta a sopravvivere l'inverno con tre maglioni e la dispensa vuota. Ma quella dello Stato che incamera gli extra profitti, anzi di più, e li usa per finanziare la propria inefficienza e per mantenere un esercito di parassiti, e lo fa mentre ti sommerge di cartelle esattoriali, è forse un'immagine più bella? 

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