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Giorgia Meloni, "la bomba non è ancora esplosa": il governo rischia

Roberto Formigoni
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 Il governo Meloni è nato, lunga vita al governo Meloni! Ma non sarà una vita facile, e Meloni è la prima a saperlo. Alle difficoltà esterne che ben conosciamo e di cui abbiamo parlato le scorse settimane- aumento delle bollette, aumento dei prezzi delle materie prime, inflazione, recessione in arrivo, povertà crescente, guerra che non finisce se ne aggiungono altre annidate all'interno della coalizione, e non sono meno insidiose delle prime. Le parole di Berlusconi all'assemblea dei senatori di Forza Italia non possono essere cancellate con la smentita di rito, che non è mancata.

 

 

 

Rimarranno ben piantate nel ricordo e nelle valutazioni di tutti i leader dei paesi alleati e non alleati. Berlusconi ha sposato integralmente la versione di Putin sulle cause della guerra, ripetendo parola per parola brani delle dichiarazioni dello zar russo, fino all'incredibile giustificazione di voler instaurare a Kiev un governo di persone per bene. Nessuno nel mondo aveva fatto altrettanto, neppure nei paesi che appoggiano Putin. D'altronde. Putin ha detto che Berlusconi è il primo dei suoi primi cinque amici.

 


 

Conosciamo da anni le stravaganze e le intemperanze di Berlusconi, ma questa volta la sensazione è che il vecchio leader abbia detto esattamente quel che voleva dire, e probabilmente voleva anche che fosse conosciuto all'esterno. A ciò si aggiunge un fatto nuovo e increscioso, i due applausi fragorosi che i senatori di FI hanno riservato alle esternazioni del leader. Quindi abbiamo un gruppo della maggioranza che sulla questione russa la pensa esattamente all'opposto della linea indicata e proclamata da Meloni, che è perfettamente in linea con gli alleati europei e transatlantici? Riemergeranno queste differenze nel corso del tempo?


Sappiamo che Meloni è stata nettissima, era pronta a non formare il governo, sarebbe pronta a farlo cadere con le sue dimissioni se un gruppo numericamente essenziale deviasse dagli accordi sanciti in un comparto delicatissimo come la collocazione internazionale dell'Italia e la politica estera. Ma l'insidia rimane, anche se la bomba non è (ancora) esplosa. La seconda insidia già visibile all'interno della coalizione è rappresentata perfettamente dalla foto che ritrae la delegazione del centrodestra mentre Meloni fa la sua dichiarazione all'uscita dal colloquio con Mattarella. Salvini e Berlusconi, silenti, si scambiano uno sguardo chiarissimo d'intesa. Sono i due "sconfitti" dalla stravittoria di Fratelli d'Italia e della donna che ne è il leader. Si adeguano al risultato- e non potrebbero fare altrimenti - ma meditano rivincita: legittimo, ma non sia ai danni dell'Italia.

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