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Giorgetti, la parola d'ordine al debutto: "Soldi ma..."

Alessandro Gonzato
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Ottimismo ma con (molta) prudenza. Le stime Istat per il terzo trimestre 2022 danno il Pil in crescita dello 0,5% rispetto al precedente, e del 2,6 in termini tendenziali, e questo è stato accolto con fiducia dal governo, al lavoro sulla Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza. Basti pensare che l'ufficio parlamentare di bilancio aveva pronosticato un -0,2, e che l'attuale variazione acquisita per il 2022 è del 3,9, +0,6% su quanto era stato stimato da Mario Draghi e Bankitalia. Il ministero dell'Economia presenterà le nuove stime programmatiche venerdì nel prossimo Cdm. Il rialzo di mezzo punto del Pil garantisce già almeno una decina di miliardi di tesoretto da investire nella manovra, ma ovviamente ne serviranno ben di più. «Occorre il massimo impegno per intervenire sulle emergenze», ha affermato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, alla prima uscita pubblica da quando è al Mef. Il leghista però ha anche sottolineato che «per i prossimi anni l'esecutivo è orientato a ridurre il deficit della pubblica amministrazione e il rapporto debito-Pil», il che significa che si muoverà nel solco tracciato dall'ex capo della Bce. Dichiarazioni rassicuranti per l'Europa e i mercati. Meno per chi sperava in un colpo a effetto.

MARGINI LIMITATI
Giorgetti ha aggiunto che l'intenzione è anche quella di contrastare il costo «del carrello della spesa» e di «proteggere la competitività delle nostre aziende». Nonostante l'Italia cresca dello 0,2% in più rispetto alla media Ue il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha frenato: «Il ritmo di incremento dei tassi e il loro punto d'arrivo non possono essere predeterminati sulla base di proiezioni o scenari precostituiti, che in questa fase hanno una natura puramente indicativa. L'elevata incertezza richiede di procedere in modo graduale, valutando con attenzione l'adeguatezza dell'orientamento monetario sulla base delle evidenze che si renderanno via via disponibili». E ancora: «I margini per l'erogazione di aiuti saranno molto più limitati che negli ultimi due anni, e possono essere ampliati solo con la riduzione di altre spese».

È possibile che il governo recuperi risorse dalla rimodulazione del reddito di cittadinanza e con lo stralcio di milioni di cartelle esattoriali. Sul Pnrr Giorgetti è ottimista: «Permetterà di promuovere la transizione ecologica e digitale, rilanciare la crescita e migliorare l'inclusione sociale e territoriale». Visco l'ha definito un piano «ambizioso ma realistico». Intanto però l'inflazione ha raggiunto l'11,9%, superiore alla media Ue dell'1,2. I costi, per Visco, «impongono un intervento deciso della Bce». Giorgetti punta su «interventi rapidi»: «Dobbiamo premiare la prudenza degli italiani non solo guardando ai consumi, salvaguardandone il potere di acquisto, ma guardando alla tutela effettiva del risparmio che ne garantisca la sostenibilità nel medio-lungo periodo». Il ministro ha poi fatto una considerazione sull'Ue: «La crisi ci ha insegnato che è necessario che gli Stati facciano gioco di squadra, ponderando assieme presente e il futuro, stimoli e debito, coniugando sacrifici e necessità, coordinandosi per fissare le regole e definire le prerogative di Stati e istituzioni tali da gestire gli eventi imprevisti che purtroppo ci colpiscono in modo trasversale».

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