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Meloni spiazza Bruno Vespa: "Non lavoro per restare qui"

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Giorgia Meloni mantiene le promesse fatte in campagna elettorale. Tra i primi provvedimenti, la stretta ai rave party e il carcere ostativo. Eppure - ammette intervistata da Bruno Vespa nel suo ultimo libro - "l'unico vero vantaggio che ho rispetto agli altri è che non lavorerò per restare in questo posto. Non sto qui per sopravvivere guardando i sondaggi". Lo sguardo della leader di Fratelli d'Italia va al futuro, perché "tra cinque anni io non voglio essere rieletta a ogni costo. Se non hai niente da perdere, puoi tirare di più la corda. Per fare le cose devi rompere gli schemi; se vivi nel terrore di non essere rieletta, sei destinata a non combinare niente". Su una cosa però la Meloni non transige: "Voglio uscirne a testa alta".

 

 

 

Oltre ai rave e al processo penale, l'esecutivo è a un passo dal mettere mano al reddito di cittadinanza. La linea è tutt'altro che un tabù: "Garantiremo - promette - un dignitoso sussidio a chi realmente non ha la possibilità di lavorare e, in alcuni casi, migliorandolo (si pensi agli invalidi)". Gli altri? In quel caso il presidente del Consiglio punta ad "attingere al fondo sociale europeo per avviare al lavoro chi può attraverso corsi di formazione retribuita". 

 

 

D'altronde i pochi soldi a disposizione "serviranno a coprire il taglio delle bollette per chi è in difficoltà. Dobbiamo vedere come superare l'inverno senza che le bollette esplodano, sperando di tranquillizzarci da marzo in poi. Se l'Europa non riuscisse a tagliare l'allineamento del costo del gas da quello dell'energia elettrica, che è fonte di grandi speculazioni, lo faremo noi". 

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