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Giorgia Meloni? Femministe senza rispetto nemmeno per una bimba

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Hoara Borselli
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Che le donne progressiste, quelle del patriarcato per intenderci, che volevano rotto il tetto di cristallo che imprigionava la donna sottomessa all'uomo,non riescano ad accettare Giorgia Meloni al vertice del comando, è evidente. Lo è stato fin da subito. Nei loro deliri diffamanti mancava però un elemento. Hanno detto che Giorgia ha tutto di sbagliato per poter ricoprire il ruolo che democraticamente le è stato affidato: la voce, la postura, la scelta delle scarpe per il giuramento, mancava all'appello il suo non essere una buona madre.

A questo ci hanno pensato Assia Neumann Dayan, sulla Stampa, e Claudia De Lillo su Repubblica che si sono sentite profondamente disturbate e scandalizzate perché la Meloni ha portato con sé la figlia di 6 anni al G20 di Bali. E allora eccole pronte ad impartirci lezioni di etica su come debba o non debba comportarsi una buona madre nella difficile gestione lavoro-maternità. Perché in questi giorni che richiedono un enorme impegno mentale, fisico ed emotivo - scrive la De Lillo -, Giorgia Meloni ha scelto di prendere su di sé il carico di una figlia al seguito? Non per passare con lei del tempo di qualità che difficilmente è contemplato dal protocollo. Non per mancanza di alternative familiari o professionali deputate al temporaneo accudimento. E allora perché? Si risponde così: probabilmente perché lei, "donna, madre e cristiana", ritiene che la vicinanza della figlia sia inevitabile e la presenza della madre un valore non negoziabile. E dov' è lo scandalo? C'è qualcosa di più importante per una madre di un figlio? Mi sento di dire no sperando di non urtare la sua sensibilità. Assia Neumann Dayan con una certa stizzosa riprovazione scrive che «le operaie non si portano i figli in fabbrica, chissà come mai».

LA FORZA DI UN LEADER
Non voglio essere polemica, per carità. È proprio che non riesco a capire certi ragionamenti. Meloni ha una figlia piccola. Dovendo andare in missione a Bali l'ha portata con sé immagino perché è, e rivendica di essere, madre, e sente il suo essere madre come un tratto fondamentale della sua persona e della sua identità. Non è che se una donna sale ai gradini più alti del potere non è più se stessa. È vero che spesso il potere ti cambia, ti incattivisce, ti corrompe.

Ma questo è l'aspetto negativo del potere. I leader più forti sono quelli che riescono a non farsi trasformare dal potere. Che lo usano, lo addomesticano, ci convivono, ma non si fanno travolgere. Credo che Meloni stia tentando questa impresa. E il rapporto con la figlia, l'amore per lei sono uno dei punti forti della sua personalità. Dov' è il male? Spiegatemelo.

Si è chiesta Giorgia, se un'operaia può portarsi la figlia in fabbrica, scrive la detrattrice della Stampa? Non so se se l'è chiesto. A me però sembra una domanda stupida. O forse è solo una domanda suggerita da quel sentimento formidabile e infernale che è l'invidia. Un'operaia non può portare la figlia in fabbrica perché non può gestirla. E soprattutto un'operaia difficilmente viene mandata dal padrone in missione a Bali.

E allora? Il modo di comportarsi di ciascuno di noi deve adeguarsi a quelli di un'operaia, alle sue possibilità, alle sue abitudini? Magari quel paragone con l'operaia può sembrare il risultato di un ragionamento dettato dalla solidarietà e dai buoni sentimenti. Non è così. È dettato dall'invidia e dall'aspirazione a una società piatta, dove uno vale uno, dove tutto si svilisce dominato dal politically correct. Come la chiamereste questa società? A me sembra una società totalitaria. Dove il giusto senso dell'equità sociale è sostituito da un'idea del comando e dello stato etico che annienta i sentimenti, dell'amore, della famiglia, dei figli. E non guarda più in faccia a nessuno.

È del tutto ovvio che attaccando Meloni perché ha portato la bambina a Bali si attacca anche la bimba. Che verrà a sapere di essere stata oggetto di uno scandalo. Io però rivolgo questo appello: fate polemica quanto volete con la Meloni, però rispettate un limite di umanità. Ginevra - amiche mie - merita carezze, non schiaffi cinici.

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