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Qatargate? Chissenefrega: il Pd pensa a una legge contro il fascismo

Pietro De Leo
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Ma quale Qatargate, quali questioni morali interne, per non parlar di quelle culturali. Solidarietà sociale? Verrà poi. Il problema vero della sinistra è il feticcio usuale, la bandiera (sempre più logora, a dire il vero) di mille campagne elettorali. Puntualmente perdute. Il fascismo. Sì, perché la minaccia virtuale si riscopre fonte dell'acqua che lenisce ogni male, e addirittura battesima un abbozzo di campo largo: dal Pd al M5S, e ancora Verdi-Sinistra. Sinergia temporalmente ritrovata attraverso due proposte di legge comuni, firmate da parlamentari di tutte le forze. A officiare il presidente dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo. Ieri, così, alla Camera dei Deputati si è svolto il rito della conferenza stampa. Una proposta interviene a rendere più efficienti le misure a contrasto della propaganda fascista e antifascista. L'altra, invece, sancisce il divieto di intitolare strade e piazze a gerarchi o ad altre personalità legate al fascismo.

 

 

 


Al di là del dettato delle norme, vige la solita mozione del ditino alzato, stavolta più che altro un'uscita di sicurezza di un mondo che ha visto venir giù anche l'ultimo mattone di velleità moralistica. Sintesi: è sempre il centrodestra a dover fornire l'onere della prova. Di pedigree democratico, ovviamente. Dice Pagliarulo: «L'altro ieri (domenica n.d.r) è stato celebrato il 53esimo anniversario della strage di Piazza Fontana», dunque «non posso tacere che quell'anniversario è stato ricordato dal Presidente della Repubblica, ma è stato ignorato dalla presidente del Consiglio. Il silenzio del presidente del Senato è stato interrotto da un tweet del 12 dicembre in cui rammentava l'omicidio di Sergio Ramelli, avvenuto il 29 aprile 1975.Entrambi parlano spesso di patriottismo. Ma nei silenzi della memoria non vedo nulla di patriottico».

 

 

 

 

Il capolavoro lo tocca Walter Verini, del Pd: «Auspicherei che questa destra che governa pienamente si costituzionalizzasse con una capacità di azione che deve essere territorio comune». Certo, una "destra" che ha ricevuto un mandato elettorale per governare deve dimostrare di masticare democrazia. Ma l'attualità della minaccia è sottolineata da Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana: «Il fascismo oggi esiste ed è un qualcosa di poco marginale». Certo, chi non ha mai visto un corrucciato "federale" in camicia nera e fez nella strada sotto casa? E l'urgenza è sottolineata anche da Laura Boldrini che la butta sulla toponomastica: «Basta dediche ad Almirante perché la nostra Costituzione è antifascista e dobbiamo essere all'altezza». Beata concezione del reale. Insomma, la sinistra riparte da M. Come masochismo.

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