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Debora Serracchiani denuncia Donzelli? "Rilevanza penale"

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 "Rilevanza penale". Debora Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera, è tentata dal denunciare Giovanni Donzelli dopo il duro attacco a Montecitorio sul caso Cospito e 41 Bis. Mattinata di bagarre in aula, con l'esponente di Fratelli d'Italia che citando un articolo di Repubblica ricorda: "Cospito dice che sta facendo la battaglia per far abolire il 41 Bis per tutti i mafiosi e tutti i terroristi. Cospito ha incontrato mafiosi e il 12 gennaio 2023 mentre parlava coi mafiosi, Cospito ha incontrato anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando che andavano a incoraggiarlo nella sua battaglia. Voglio sapere questa sinistra da che parte sta: sta dalla parte dello Stato o dei terroristi e della mafia?". 

I dem contestano Donzelli violentemente, quindi è la Serracchiani a rilasciare una dichiarazione ufficiale: "Oggi è stata contaminata una unità fondamentale, lo hanno fatto loro, hanno fatto propaganda, Donzelli ha fatto propaganda in aula offendendo e non rispettando il Pd che per la sua storia e per le vite perse non si può dubitare della nostra posizione - attacca fuori da Montecitorio -. L'Aula di oggi era chiamata in modo unanime e unitario a votare la pdl di istituzione della commissione antimafia alla quale abbiamo lavorato tutti, senza colore politico. La lotta alla mafia è un tema che deve vedere l'unità nel Parlamento e nel Paese. Questa unità è stata rotta e insozzata dalle parole gravissime dell'onorevole Donzelli. Il loro contenuto ha carattere di rilevanza penale. Noi abbiamo chiesto l'intervento del presidente della Camera e chiederemo un intervento in tutte le sede competenti". 

Quindi la Serracchiani definisce le parole di Donzelli "inaccettabili e poiché è coordinatore di Fdi e vicepresidente del Copasir ci chiediamo se questa è la posizione della presidente del consiglio Meloni, se lo è, è gravissimo perché lede l'unità sulla lotta alla mafia che deve trovare tutti uniti". "Chiediamo a Meloni di prendere una posizione chiara su queste affermazioni. Ci dica se la pensa allo stesso modo". 

"Abbiamo fatto una sola richiesta al ministro Nordio - ricorda ancora la capogruppo Pd -: di valutare per ragioni umanitarie le condizioni di salute e il ministro ha fatto quanto chiesto, ha spostato in un altro carcere la persona affinché potesse avere le cure adeguare, il Pd si muove per ragioni umanitarie". Sul caso è intervenuto lo stesso ministro della Giustizia: "Le visite in carcere sono un dovere oltre che un diritto dei parlamentari", sono le parole di Nordio. "Escludo in via assoluta che vi siano rapporti tra esponenti del Pd, e non solo del Pd, ma tutti i parlamentari... E' scritto nella legge che i parlamentari hanno sempre diritto di visitare i detenuti, ovviamente nei limiti della sicurezza e di quello che ne segue". Dunque, conclude, "so che è un dovere oltre che un diritto dei deputati controllare... fare queste visite pastorali. Che poi questo possa essere addirittura un veicolo... beh, è ovvio che non lo è".

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