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Sondaggi, Lega e Salvini col turbo: la mossa decisiva del vicepremier

Fabio Rubini
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L’aria che si respira ai gazebo della Lega - oltre 700 tra ieri e oggi nella sola Lombardia in questi ultimi giorni di campagna elettorale per le regionali, è assai diversa da quella che tirava pochi mesi. Il Matteo Salvini ministeriale, meno urlante e più dialogante, piace e così da Milano ad Anagni, ogni evento è un bagno di folla. E anche il Capitano dal volto tirato e dal sorriso forzato visto negli ultimi tempi pre e post elezioni, ha lasciato spazio a quello più sereno e sorridente che visita i cantieri da Nord a Sud e che cerca di mediare evitando i toni troppo tranchant. L’unica costante in questi mesi è stata la disponibilità verso militanti e simpatizzanti a fare selfie e a stringere mani.

«I GUFI SI RASSEGNINO»
Proprio le piazze, più ancora dei sondaggi sotto embargo perla par condicio, suggeriscono al leader leghista che il gap con gli alleati di Fratelli d’Italia, soprattutto in Lombardia, si va assottigliando. «Faremo un risultato straordinario, soprattutto a Milano - spiega Salvini da corso Buenos Aires -. C’è gente che rosica, c’è gente che dopo cento giorni di governo sperava che saltasse tutto per aria, ma l’economia va, le bollette scendono, stipendi e pensioni salgono, l’Italia torna ad essere rispettata. I gufi sono rimasti a bocca asciutta». Poi si toglie qualche sassolino anche contro la sinistra: «Alle regionali prenderà una di quelle batoste che se le ricorda per prossimi 30 anni. Non parlo mai male degli avversari - chiosa il leader della Lega - ma dopo quello che ci hanno detto dietro in Lombardia e in parlamento, adesso è il momento di raccogliere alcune soddisfazioni».

 

Tra queste, indubbiamente, c’è l’Autonomia e quella legge approvata in Consiglio dei ministri che potrebbe avere un ruolo determinante nella crescita elettorale del Carroccio. Salvini lo sa e per questo la cavalca, soprattutto rispondendo a chi parla di “legge contentino”. «Ma quale contentino- ribatte lui -. A parte che le regionali le stravinciamo ugualmente, ma qui il fatto è che finalmente sarà possibile avere una repubblica efficiente e moderna per 60 milioni di persone», perché «l’Autonomia sarà un grande passo in avanti per chi la chiederà, che sia la Lombardia, l’Abruzzo ola Calabria». E a quelli che «così si spacca il Paese», ribadisce: «Chi dice questo o è in malafede o non ha letto la legge».

Pure sul caso Cospito-anarchici, Salvini si prende una piccola rivincita. Quando gli si fa notare che il premier Meloni ha chiesto di abbassare i toni, lui spiega: «Giusto. È quello che la Lega dice dal primo momento. Il dibattito Donzelli-Serracchiani non mi ha mai appassionato, quindi, visto che c’è di mezzo la violenza e qualcuno tira in ballo mafia e terrorismo, dico: calma, tranquillità, serenità. Il governo sta lavorando bene, non c’è bisogno di scontri». E sul 41 bis conferma: «Non si tocca. Eventuali modifiche? Parliamone, per carità, ma quando la situazione sarà tranquilla, quando non ci saranno giornalisti o cittadini minacciati o auto incendiate».

 

SANREMO E FAZIO
Salvini tiene la linea anche sulla politica estera. Ribadisce che «non credo che andare a Sanremo tra Ultimo e i Cugini di Campagna, possa aiutare Zelensky a fermare la guerra...» e assicura che «la Lega ha sempre sostenuto il popolo ucraino e continuerà a farlo, ma speriamo che presto ci si sieda attorno a un tavolo per parlare di pace». Due battute anche su immigrazione («questo governo farà rispettare le regole») e sulle interviste in tv: «Non vado da Fazio, perché non misi può chiedere proprio tutto...».

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