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Il Pd gode se Francia e Germania ci fanno le guerra: come sono ridotti...

Fabrizio Cicchitto
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 Su tutte le grandi questioni riguardanti l’Unione europea e il quadro geopolitico è in atto una discussione non solo fra il governo e l’opposizione, ma anche all’interno di entrambi gli schieramenti contrapposti. C’è però una questione di fondo che riguarda i nostri rapporti con l’Europa. A parte la polemica aperta qualche giorno fa dalla Meloni sull’inopportunità dell’incontro a tre fra Zelensky, Macron e Scholz, sul terreno c’era e c’è qualcosa di più significativo e profondo che riguarda gli aiuti alle industrie.

Come è noto Biden ha disposto un enorme sostegno dello Stato all’industria americana. Altrettanto ha fatto per parte sua la Germania e in misura minore la Francia. Già questo squilibra la concorrenza internazionale e gli stessi equilibri all’interno dell’Europa. Poi, prima della famosa cena a tre, per certi aspetti era accaduto qualcosa di molto più rilevante sul piano economico: l’incontro negli Usa fra i ministri statunitense, francese e tedesco competenti per lo sviluppo industriale: da quell’incontro è stata esclusa la nazione con la seconda industria manifatturiera dell’Europa, cioè l’Italia.

 

Ora, qui veniamo ad un punto decisivo che riguarda la stesso dibattito politico italiano, visto che il Pd nella polemica aperta dalla Meloni si è schierato perinde ac cadaver con la Francia. Ora, che la Francia e la Germania abbiano un peso rilevante in Europa è indiscutibile e inevitabile. Gestire questa forza in modo eccessivo e arrogante rischia di spaccare ancora una volta l’Unione. Da questo punto di vistala posizione del Pd è paradossale: condanna il sovranismo dei paesi del patto di Visegrad e poi invece accetta supinamente, addirittura in polemica con il governo del suo stesso Paese, lo straripante sovranismo della Francia e della Germania. Del resto, negli anni 2010-2011 questo eccesso di sovranismo franco-tedesco esercitato anche nella gestione della Bce lungo una linea di assoluto rigorismo stava già facendo saltare l’euro e la stessa Ue.

Come è del tutto sbagliato andare dietro al filo putiniano e ultra sovranista Orban, è altrettanto sbagliato essere subalterni nei confronti della Germania e specialmente della Francia quando esse si muovono in una chiave caratterizzata da un loro prepotente sovranismo. A maggior ragione ciò vale per l’aggressione russa all’Ucraina. Quello che a suo tempo ha fatto impazzire Putin e provocato la sua aggressione all’Ucraina è stato il fatto che nel 2014 il suo prediletto Yanukovich fu spazzato via da grandi manifestazioni popolari e poi da un voto democratico. Ora, come testimonia il libro di Andrea Sceresini e Lorenzo Giroffi dal titolo L’Ucraina, la guerra che non c’era, è stato proprio Putin a innescare la guerra nel Donbass, due regioni spaccate fra i filoucraini e i filorussi: da lì una sorta di guerra a media intensità che ha prodotto circa 13.000 morti con vittime da entrambi le parti. Di conseguenza la ricostruzione fatta da Berlusconi è contestata dal suo punto di partenza perché la guerriglia nel Donbass non è stata affatto provocata da Zelensky che allora non era neanche alla direzione del governo, ma proprio da Putin e dalle sue milizie.

 

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