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Bruno Astorre, l'intervista poco prima del suicidio: dettagli drammatici

Bruno Astorre

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La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio e ha disposto l’autopsia sul corpo di Bruno Astorre che venerì 3 marzo si è gettato da una finestra di Palazzo Cenci. Secondo il pm, al momento, "non sussistono motivi per ulteriori approfondimenti", riporta il sito Open. Da quanto emerge ora, nelle ricostruzioni delle ultime settimane di vita del senatore del Pd, "proprio in Senato a febbraio era stato sventato per miracolo un suo primo tentativo di suicidio, afferrandolo sul cornicione poco prima che si lanciasse nel vuoto".

 

 

Astorre era stato quindi ricoverato al Policlinico di Tor Vergata e il venerdì precedente alla sua scomparsa era stato dimesso. "La mattina del decesso, oltre alla rassegna stampa in streaming, il senatore aveva chiamato almeno tre amici e colleghi di partito. Una telefonata con Svetlana Celli, presidente dell’assembla capitolina, in cui Astorre aveva incoraggiato l’esponente Dem per le attività in Campidoglio", si legge su Open. "Poi, a circa un’ora dal suicidio, verso le 11.15, la chiamata con Massimiliano Baldini. Il senatore si voleva congratulare con il dirigente del Pd capitolino per il lavoro in una partecipata del Comune, Risorse per Roma. [...] E ancora, la conversazione avuta con il consigliere regionale e amico di lunga data Daniele Leodori".

 

 

Proprio a Leodori, "Astorre avrebbe dato appuntamento per pranzo" ma arrivato di fronte agli uffici di Palazzo Cenci, "il senatore avrebbe consigliato all’autista di aspettare in doppia fila se non avesse trovato parcheggio. 'Mezz’ora al massimo e ripartiamo'", gli ha detto. Forse Astorre ha detto questa frase per "tranquillizzare l’autista, il quale avrebbe avuto disposizioni di non perdere d’occhio Astorre dopo il tentativo di suicidio". Purtroppo sappiamo come è finita. 

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