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Fango sulle intercettazioni:. per questo vanno cambiate

Gogna mediatica

Un manager della Sanità privata, ex marito di una politica, filmato con una escort e ricattato. Il suo nome finisce in un'inchiesta, non è indagato, ma il Fatto lo rovina

Francesco Specchia
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Questa storia è pruriginosissima. Sta a metà fra i racconti d’albergo del California suite di Neil Simon e un quadretto di corna, di borghesi che sbracano e di simpatiche passeggiatrici uscite da una commedia sexy Anni 70.
La suddetta storia narra di un fatto accaduto all’Hotel Westing Palace di Milano Marittima nell’ottobre torrido del 2020. Dove, in una stanza prenotata a 100 euro per qualche ora e a uso sesso, una escort marocchina appena 18enne (vi ricorda qualcosa?) sta attendendo il proprio cliente adescato a scopo ricatto. Il gonzo in questione, un manager elegante e di mezz’età, entra, fa le sue cose e lascia sul comodino 500 euro. Probabilmente viene ripreso da telecamere nascoste. Telecamere la cui attivazione servirà alle operazioni finanziarie macchiate di corruzione da parte di sei soggetti poi arrestati per bancarotta e legati alla ‘ndrangheta lombarda. Anche perché il manager non è un manager qualsiasi.

STORIA DEL SIGNOR X Si tratta del signor “X”, amministratore delegato di una notissima clinica privata e componente di cda di gruppi sanitari; nonché, soprattutto, ex marito di una potente parlamentare nelle grazie di un potentissimo parlamentare-tycoon- e fondatore di partito politico e già leggendario Presidente del Consiglio. Non che ci voglia un genio per intuire i veri nomi dei personaggi in commedia. Ma noi non li faremo. Useremo la formula di “colui-che –non –si può nominare” come il Voldemort di Harry Potter. Anche perché sennò snatureremmo il senso stesso di questo articolo.
Che è un senso di sincero spiazzamento nei confronti del Fatto Quotidiano, nelle cui cronache a pagina 14 di ieri, appare un pezzo titolato «Una baby-squillo per ricattare il manager: “È sotto scacco”». Titolo lievemente ingannevole, dato che il manager X non è affatto sotto scacco. Anzi. Nell’articolo, infatti -dove si fanno, doviziosamente tutti i nomi rasentando anche quello dell’usciere- si rivela il contenuto di un’intercettazione. In cui tal Borelli, già coinvolto nel crac di SuisseGas, definito “l’uomo cerniera” con persone vicine ai clan, e il medico Cristiano Fusi, già all’interno dello «staff del Monza calcio” (guarda caso di proprietà di Silvio Berlusconi, ndr) e vicino alla sfera milanista» discutono sulla necessità di ricattare, con «documentazione fotografica» il sig.X. Lo scopo è ottenerne favori in tema di appalti di materiale sanitario: «Da oggi il principino è sotto scacco». Bene.
Peccato che, nello stesso articolo, venga precisato che «ora va detto che X non risulta minimamente indagato, mentre il suo nome compare negli atti del pm perché altri, collegati in parte agli emissari dei clan, intendono trarre vantaggi dalla sua posizione». E peccato che s’aggiunga anche: «X non è indagato e risulta casomai come vittima del gruppetto. Di più: gli obiettivi di utilità non sono stati perseguiti». E si parla perfino di un capo d’imputazione per favoreggiamento della prostituzione, «non accolto dal Gip», né per X né per i suoi ricattatori, che «restano comunque indagati». Alchè, un lettore di media intelligenza e medio garantismo come noi si pone un ardito quesito.
Ma, scusate, se non c’è processo, non c’è corruzione e non ci sono che blandi indagati su un reato vago come la trama di una soap, be’: di che cazzo stiamo parlando? Il resto dell’articolo è irrilevante. E qui i pensieri che affiorano, sono due. Anzi, tre.

VIOLATA LA PRIVACY Primo. Sicuramente l’errore del Fatto è di impaginazione: una paginona di puro gossip tra le cronache giudiziarie è una manchevolezza del proto in tipografia. Però i giovani colleghi mi fanno notare che dentro i giornali non esiste più il proto né la tipografia. Il secondo pensiero sono due domande. Che continenza ha la vita privata di uno che va a mignotte con un’inchiesta in cui nulla il mignottaro c’entra, se non nella fumosa citazione d’un’intercettazione? E, men che meno c’azzecca l’(ex) moglie del tipo la quale, potrebbe sentirsi violata nell’intimità, considerando che i due hanno anche una figlia piccola ma in grado di leggere i giornali? Il terzo pensiero stimola certezze: se avevamo dubbi sulla riforma delle intercettazioni firmata Nordio, ora sono d’incanto dissipati. Il Vittorio Feltri di vent’anni fa titolerebbe goliardicamente «anche la giustizia è andata a puttane». Noi, più sommessamente, ci appelliamo al buon cuore del Guardiasigilli..

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