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Pd, la legge di Elly Schlein: la critica? Ecco che testa taglia: uno choc

P.D.L.
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Il Pd di Elly Schlein? Pace, amore e trallalà. Dovevano esser queste le premesse per una segreteria che racchiude nella sua missione tutti i cliché del politicamente corretto. Però se si scende nel profondo delle cose si scoprono contraddizioni che guastano la favola. Ecco, per esempio, quel che sta accadendo a Livorno. È una storiella locale, per carità, ma comunque esplicativa di quanto il clima non sia proprio idilliaco. Il nome Pasquale Lamberti, in città, vuol dire molto. È esponente del Pd, figura storica del centrosinistra locale. Sia per il proprio impegno, sia perché figlio dell’indimenticato Gianfranco, che fu a lungo sindaco della città e amico di un altro livornese eccellente, Carlo Azeglio Ciampi.

Ebbene, Lamberti jr, uscito sconfitto alla corsa per la segreteria locale del Pd nella recente tornata congressuale, si è messo in luce per alcuni post sui social sulle scelte del centrosinistra che amministra il Comune. Nulla di sconvolgente, normale dibattito su questioni cittadine come se ne fa in mille e mille Comuni. Pungolando su lavori pubblici, bilancio, gestione delle partecipate. Cose di questo tipo. Ebbene, Lamberti è stato messo nel mirino (politico, ovviamente) dal Pd. Che gli ha inviato una missiva: «La commissione territoriale di garanzia - c’è scritto - è venuta a conoscenza di posta te riferibili che affrontano scelte compiute dai partiti nel tempo». Dunque, sulla base di questo, «ritiene opportuno un incontro che proponiamo si svolga martedì 18 aprile alle ore 17:30 presso la sede del Pd per comprendere il senso e i contenuti dei poste le eventuali ripercussioni sull’immagine del partito di Livorno».

 

Dunque, domani l’ora x. Lui stesso ha pubblicato la foto della lettera sul suo profilo facebook, a corredo di un lunghissimo post in cui osserva: «Mi chiedo come si concilino questi metodi che di fatto premono o tendono a limare libertà individuali con il nuovo Pd di Elly. Il mio Pd del 2023. Una segreteria che sui diritti e la loro salvaguardia, persino ampliamento, ha basato tutta la sua ragione politica». E chiude invocando: «Libertà, diritti. Testa alta. Ne va del futuro democratico del Partito». All’interno del quale, con tutte le cautele del caso, evidentemente un conto è enunciare certi valori, ben altro praticarli.

 

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