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Andrea Augello, Storace: politica e cultura ma con "forza e onore"

Francesco Storace
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«Forza e onore». La sua espressione più bella. “Sua” di Andrea Augello, senatore di Fratelli d’Italia, esempio di militanza politica per tanta destra, per tutta la destra. Ieri è stato un uno-due terribile. Prima l’annuncio e il dolce ricordo su Facebook della sua amata donna, Roberta Angelilli, poi l’ufficialità nell’aula del Senato, con le parole del presidente La Russa. A Palazzo Madama c’era nervosismo, è bastata la notizia della scomparsa di un senatore stimato letteralmente da tutti a far calare le tensioni. Ed è stata un’ondata di messaggi, sui telefonini, sui social. E ogni notifica ti fa rimbombare la testa, gli occhi arrossiscono, sale la tosse. Perché in molti sapevamo che quella morte, ad appena 62 anni, poteva avvenire da un momento all’altro. Ma tra immaginare la notizia e riceverla è stato come prendere una bastonata di sera all’angolo di casa.


Ha sofferto tanto e troppo, Andrea Augello. Per quella malattia devastante che si era portato via nel 2000 suo fratello Tony, altra rara intelligenza andata via troppo presto. Fratelli d’Italia, Tony e Andrea, non c’è dubbio. Quanti ricordi si affollano nella mente, alla guida della destra romana – e chi dimentica quella “sua” battaglia contro l’affittopoli rossa - e poi della regione Lazio, dopo i trascorsi giovanili e le prime conoscenze. Scrivendo di Andrea, credo di poterlo indicare come una delle persone più leali che abbia mai conosciuto. No, non è una santificazione, perché la politica bisogna saperla conoscere persino nei trabocchetti. E anche lui li conosceva. Ma chi ci capitava, sapeva che poteva succedere. E ci stava.


Lo testimoniano anche i tanti messaggi di cordoglio a sinistra, antichi e fieri avversari, la cultura che dominava di qua e di là. La sfida nella Capitale con il Pci – e poi i suoi derivati – di Goffredo Bettini non era col nemico. Ma con chi stava semplicemente dall’altra parte e andava combattuto per vincerlo, non per umiliarlo. Vivemmo la sfida contro Bettini e i suoi assieme a suo fratello Tony con grande competizione e altrettanta stima.

 

 

Perché assieme alla lealtà c’era il rispetto. Valori che si ritrovano nei libri che Andrea Augello ha scritto con uno stile che piaceva. E poi quel senso dell’onore che è tipico dei combattenti politici. “Forza e onore”, appunto, come ha ricordato Francesco Rocca, governatore del Lazio, della convention di gennaio in cui, per presentare le candidature alla regione di Roberta Angelilli e Giancarlo Righini, Augello si presentò a sorpresa. Aveva trascorso una nottataccia in ospedale, la mattina pretese di andare alla manifestazione, lo spinsero su una sedia a rotelle, si materializzò sul palco – in piedi – e presentò il candidato del centrodestra nel Lazio proprio scandendo “forza e onore”. La forza di chi crede, l’onore di chi non si arrende mai.
Andrea Augello era così, uno straordinario e capace esponente politico e, permettetemelo, un magnifico assessore regionale. Me lo sottolinea un altro messaggio di un consigliere regionale di allora, Enrico Luciani, rifondazione comunista, anche da lui parole di enorme stima, ricordo, affetto.


Parole simili – e ti sorprendono per medesima la sincerità – che arrivano anche da quello che era il capogruppo, sempre di Rc, Salvatore Bonadonna. Ad ogni finanziaria regionale andava in scena una bella battaglia politica con il loro “scontro”. E del resto fu proprio Augello a preparare il piano di battaglia per andare in Europa a conquistare ingenti risorse comunitarie per il Lazio: «Preparati», mi disse «portiamo soldi a Roma». Troppi episodi nella testa, gli anni del Msi, di An, le correnti, a partire da quella che era anche la sua destra sociale. E poi insieme quando ciascuno di noi stava altrove nell’infinita diaspora della destra italiana che ci ha riguardato. Si era da tempo avvicinato a Fdi, me lo confidò in uno dei soliti affettuosi colloqui. Era giusto così. Un’icona. E vederlo di nuovo al Senato, dove lo aveva voluto Giorgia Meloni, emozionava tanto. Ed è per questo che non bastano le lacrime, a leggere i tantissimi messaggi di cordoglio di una comunità che si ritrova nel dolore per la scomparsa di una delle figure migliori espresse dalla destra italiana. Solo il male ha potuto sconfiggerlo. Ma non ci lascerà soli. I funerali si terranno martedì alle 11 a Roma. 

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