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Matteo Salvini, "nuovo gruppo autonomo": Lega, la mossa in Europa

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 Matteo Salvini

Fabio Rubini
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Da tempo il derby interno al Centrodestra tra Lega e Fratelli d’Italia non si gioca più sull’euroscetticismo, bensì sulle competenze che le due dirigenze sapranno dimostrare di avere nel governo del Paese. Per questo anche per la Lega è arrivato il momento di iniziare a pensare ad un riposizionamento a livello europeo. Se n’è parlato ieri durante il Consiglio federale del Carroccio e quella che in apparenza potrebbe sembrare una faccenda un po’ micragnosa, per addetti ai lavori, in realtà segnerà il futuro prossimo della Lega. Per capire meglio serve un brevissimo riassunto: dopo le elezioni del 2019 la Lega, forte di quello storico 34%, diventa il gruppo più numeroso a Bruxelles. La scelta di collocarsi nel gruppo di Identità e Democrazia- il più duro nei confronti della Ue - con la Le Pen e l’ultradestra olandese e tedesca, però porta a un progressivo isolamento della Lega. Un vero e proprio cordone sanitario che, per dirne una, ha fatto sì che alla Lega non venisse assegnato nemmeno un vice presidente di commissione.

 

 


Quasi cinque anni dopo c’è una situazione politica assai diversa e di conseguenza una strategia da ridisegnare. E ieri i vertici della Lega hanno iniziato a discutere proprio di questo. Le linee di confronto sono sostanzialmente tre: la prima caldeggiata dal presidente della Camera Lorenzo Fontana è quella di “ripulire” il gruppo di ID, ma di continuare su posizioni critiche verso l’Europa. Il vice segretario Andrea Crippa, il ministro Giancarlo Giorgetti, il capo dei deputati Riccardo Molinari e il governatore lombardo Attilio Fontana, invece, sono più propensi a una linea governativa che avvicini la Lega al Partito popolare europeo. «Non possiamo pensare di essere un partito di governo in Italia - dicono - essendo alleati ai tedeschi estremisti in Europa».


Poi ci sono quelli, tipo il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo o il ministro Roberto Calderoli che durante la riunione avrebbero raccomandato in un’ottica di riposizionamento, di stare attenti a non rifare l’errore commesso entrando nel governo Draghi, quando un annacquamento delle posizioni leghiste hanno portato a un crollo dei voti, oggi solo parzialmente recuperato. Quel che è certo, però, è che la Lega vuole contare di più nel prossimo Parlamento che, ad oggi, dovrebbe vedere la frantumazione dell’insana alleanza tra Popolari e Socialisti a favore di una nuova maggioranza di centrodestra, della quale sicuramente farà parte Fratelli d’Italia con la sua “famiglia” dei Conservatori europei. Cosa succederà allora? La strada che probabilmente vincerà sarà quella di creare nel breve periodo un nuovo gruppo politico europeo che si stacchi da tedeschi e olandese e faccia da alleato esterno al Partito Popolare. A quel punto potrebbe iniziare un lento e ben ponderato avvicinamento al Ppe.

 

 

Non subito, però, prima vanno sbrogliate alcune questioni, come l’atteggiamento sui migranti, sulle case green e sulle auto elettriche. Tutte partite sulle quali il Ppe ha già dimostrato di voler concedere più di un’apertura. A margine del Consiglio federale si è parlato anche dello storico raduno di Pontida, che dovrebbe essere confermato a settembre e di Congressi regionali. Il primo, a giugno, dovrebbe essere celebrato in Veneto, poi via via tutti gli altri. Il più atteso, quello lombardo, dovrebbe svolgersi tra settembre e novembre. Uno slittamento reso necessario dalle Regionali che hanno fatto slittare sette congressi provinciali. 

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