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Elly Schlein, il Pd perde ma vuole le poltrone. Sallusti: "Ora basta"

Alessandro Sallusti
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Proprio non ci stanno a prendere atto che hanno perso le elezioni e che di conseguenza, come accade in democrazia, non comandano più. È più forte di loro, pretendono che un governo di destra lasci uomini della sinistra nei centri nevralgici del potere tipo Rai, Inps, Inail, società partecipate eccetera eccetera. Mi riferisco alla sceneggiata che la sinistra, e i grillini a ruota, stanno mettendo in piedi per il repulisti che Giorgia Meloni sta facendo al vertice degli enti dello Stato. Ma come? Quando a comandare erano loro non si sono fatti alcuno scrupolo, legittimamente, ad occupare ogni poltrona e ogni centimetro disponibile e ora rinfacciano alla destra lo stesso, altrettanto legittimo, metodo? Si chiama malafede, non c’è altro modo di definire ciò che stanno dicendo e facendo. Mi sembrano come quella squadra di calcio che viene eliminata dal torneo ma pretende di giocare lo stesso la finale per diritto divino. Basta, arrendetevi, non funziona così.

 

 

 

Ma soprattutto non può funzionare così perché nessuno può governare nulla, neppure una piccola azienda, senza mettere su una squadra di persone omogenee, solidali, fidate e leali tra di loro. Perché mai a capo della Rai ci dovrebbe essere un uomo del Pd e dell’Inps uno di Conte? Dove è scritto, chi lo ha detto? «Scelta indegna» ha tuonato Pasquale Tridico, fino a ieri presidente dell’Inps scelto dai Cinque Stelle all’indomani della vittoria elettorale del 2018 proprio per orientare in un certo modo la politica del welfare. Indegna? Indegno è che non si sia dimesso lui preso atto che l’aria era cambiata al punto da diventare incompatibile con la sua visione di società.

 

 

 

Perdere lo stipendio non fa piacere a nessuno, ovvio, ma quando per anni guadagni un certo tipo di stipendio non hai il diritto di lamentarti, il rischio di essere cacciato era abbondantemente compreso nel prezzo pattuito. Nel mondo del lavoro privato il destino dei manager è legato a quello dell’azionista di maggioranza che lo ha scelto anche indipendentemente dalle sue capacità. E si dia il caso che gli italiani hanno scelto di cambiare azionista il quale giustamente fa ciò che meglio crede. Perché per dirla alla Bersani, uno che di queste cose se ne intende: «Uè ragazzi, non siam mica qui a pettinare le bambole», intendendo «ci hanno votato per fare cose importanti».

 

 

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