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Elly Schlein, attacco alla casa: prima requisire gli immobili, poi la patrimoniale

Francesco Storace
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Requisizione compagni è la nuova parola d’ordine. No, forse nuova proprio no, perché riemerge l’antico frasario nel vocabolario di Elly Schlein. Chi ha casa di proprietà – e maledizione se ce l’ha sfitta perché magari non vuole aspettare anni e anni per riaverla – è individuato di nuovo come nemico da questa sinistra estremista. I sacrifici? Fatti tuoi. E' roba tua? Ce la prendiamo noi. Non solo in Europa, dunque, dove sono andati a benedire (e approvare) le follie che ci faranno invece maledire un bene da “efficientare” (il termine inventato per spillare altri quattrini). Ma è dalle nostre parti che la segretaria del Pd manda segnali davvero sinistri ai proprietari. Lo fa nei suoi comizi, per ora, ma anche nel programma delle primarie con cui ha battuto Stefano Bonaccini, e va detto che non si nasconde. Quello che pensa dice e magari questo spiega anche diversi addii al partito dopo i primi sondaggi che la entusiasmavano così tanto.

Schlein vuole rilanciare il diritto alla casa – quello alla proprietà per lei non esiste – perché «si fa troppa fatica nelle città a trovare affitti». E quindi? «Mettere sul mercato degli alloggi che sono sfitti, dando aiuti, intermediazioni, garanzie». i$ qui che si scopre la manovra. Prendere gli alloggi sfitti. Alla faccia del mercato. E' il mercato dei beni altrui. Da Confedilizia già si sente la voce, affatto intimidita, di Giorgio Spaziani Testa proprio in direzione di Elly Schlein. Le manda a dire quello che si deve invece fare: «Se sta parlando di abitazioni private, lo Stato deve fare il minimo necessario, senza avventurarsi in compiti che non gli sono propri».

DEMAGOGIA A ROMA
Figurarsi, la cultura politica di cui si nutre la Schlein la vediamo all’opera nelle città: a Roma, ad esempio, il Campidoglio vuole comprare – con i soldi nostri- gli stabili occupati dai centri sociali per regalarli proprio a chi se ne appropria illegalmente. Altro che disponibilità del patrimonio immobiliare... Ancora più chiara nella sua mozione congressuale per la conquista del Pd: «Servono politiche innovative e coraggiose di intermediazione pubblica per recuperare al mercato degli affitti medi e lunghi una parte del patrimonio privato sfitto, per aumentare la disponibilità di alloggi a canone calmierato e rispondere alla domanda di quella fascia intermedia che non ha i requisiti per accedere alle case popolari, ma non riesce a vivere agli alti prezzi del libero mercato». Quindi, non sei abbastanza povero per le case popolari, ti prendi quelle sfitte. Si chiama esproprio. Certo, non ci si può lamentare che manchi la Chissà chi ci vuole mettere il Pd nelle case altrui. A occhio e croce, proprio partendo dall’esperienza delle città – dove si regalano cittadinanze illegali e servizi che tutti gli altri devono pagare con le proprio tasche – magari qualche valanga di clandestini. Non è un mistero, basta saperlo prima di dare mano libera a una sinistra pericolosa. Gli appartamenti occupati da abusivi garantiscono la pacchia. Lì non si pagano canone e nemmeno utenze. Che si passano l’uno con l’altro, anche se in questo caso a pagamento grazie ai signori del racket, magari in spregio a chi sta in graduatoria da anni.

L’AIUTO DELLE TOGHE
Guai a te se sei proprietario di una casa sfitta. Anche per ché se non te la occupano so quelli che non hanno alcun diritto sul tuo bene, ci pensa il magistrato a farti aspettare chissà quanti altri anni per ria vere indietro la tua proprietà. E' tutto sommato una linea coerente. Punire l’immobile che non è loro; se dovessero mai governare di nuovo la Nazione sono gli stessi che piazzerebbero dinamite di patrimoniale sulle case che non hanno comprato. Fare a meno di costoro è sempre più una necessità. 

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