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Fabio Fazio, Salvini infilza la sinistra: "Una libera scelta, spero guadagni tanto"

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Matteo Salvini torna sul caso-Fazio. Dopo essere stato preso di mira dalla sinistra per aver festeggiato l'addio alla Rai del conduttore, il leader della Lega mette le cose in chiaro. "Ho tanti cantieri su cui lavorare - premette il ministro per le Infrastrutture - che l'ultima cosa che mi interessa fare sono i palinsesti televisivi". Non a caso, tiene a precisare, "c'è una libera scelta di un libero conduttore che ha accettato liberamente un'offerta che spero per lui sia consistente di un'emittente televisiva privata. Siamo in democrazia, auguri e buon lavoro. Penso che la Rai, così come l'intero Paese possa contare su tante donne e tanti uomini altrettanto in gamba senza che nessuno ne faccia una questione di Stato". 

Il suo tweet, con il commento "Belli ciao" alla nota di addio a Viale Mazzini di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, ha infatti sollevato il polverone. Ad aprire la lunga sfilza di insulti Francesco Bria, componente del Pd in commissione di Vigilanza Rai: "L'uscita di Fabio Fazio dalla Rai è un danno all'azienda in termini di identità, qualità culturale e ascolti. Una brutta notizia per il Paese. Negli anni tante belle pagine di servizio pubblico, fra tutte il Memoriale della Shoah con Segre. Scelta scellerata mai portata in Cda". E ancora, gli ha fatto eco la dem Alessia Morani: "Imbarazzante, un ministro imbarazzante".

Eppure per il leader della Lega "la sinistra è un po' litigiosa, nervosa, divisa e mette in bocca ad altri cose che non hanno mai pensato. Io, come ministro delle Infrastrutture e dei Lavori pubblici sono pronto ad avviare la ricostruzione con tante aziende italiane in Ucraina a guerra finita". Da qui la stoccata: "C'è gente a sinistra che riesce a far polemica su Zelensky, Fazio, l'alta velocità, il ponte sullo stretto, l'autonomia. Persino sull'aumento degli stipendi: c'è il segretario di un sindacato che invita operai e lavoratrici a non accettare aumenti di stipendi decisi dal governo e propone uno sciopero. È il mondo al contrario, però, siamo in democrazia e il mondo è bello perché vario". 

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