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Andrea Delmastro: "Perché sono rasserenato dalla richiesta del Pm"

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Chiesta l'archiviazione. E ora la sinistra dovrà rimangiarsi tutto. "Ho sempre avuto fiducia, me lo aspettavo, l’ho sempre detto. Sono rasserenato dalla richiesta della Procura della Repubblica", spiega all’Adnkronos, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro commentando la richiesta di archiviazione, da parte della Procura di Roma, dell’inchiesta che lo vedeva indagato per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso Cospito, l’anarchico detenuto al 41 bis. "Chiunque mischi, nel bene o nel male, politica con processo penale, compie un errore. L’unica cosa certa è che io ho operato secondo coscienza e correttamente. Ognuno ha fatto la sua partita, io sono convinto delle posizioni assunte", prosegue l’esponente di Fdi in merito agli attacchi arrivati dalle opposizioni negli ultimi mesi. Se potesse tornare indietro rifarebbe tutto quello che ha fatto?

"Devo attendere come si conclude la vicenda per poterlo dire. Se si conclude con la certificazione della legittimità del mio operato - osserva Delmastro - è un conto, sennò no. Certo, politicamente, io ho risposto a un collega che mi aveva posto delle domande. Ritengo, per ora, con documenti non secretati". "È ancora convinto che esista una saldatura tra anarchici e mafia finalizzata all’abolizione del 41 bis? "Penso che la mafia non potrebbe che trarre dei vantaggi se noi stabilissimo che per umanità, di fronte a uno sciopero della fame, si può revocare il 41 bis", risponde il sottosegretario di Fdi.

"Come ho sempre detto, Matteo Messina Denaro non si è chiamato il tumore, gli è arrivato. Abbiamo fatto di tutto per assicurare la salute di Cospito, sono felice che abbia smesso lo sciopero della fame: questa roba mai avrebbe potuto incidere sul 41 bis e se avesse inciso avrebbe avuto, evidentemente, dei riflessi anche sulla mafia. Se io ti revoco il 41 bis non perché ritengo che non lo meriti, ma perché fai lo sciopero della fame, posso non revocarlo a chi ha il tumore?". "L’atteggiamento nei confronti di chi minaccia la democrazia, di chi minaccia i rappresentanti dello Stato, non può essere influenzato dalle scelte personali di chi decide di fare lo sciopero della fame. Ho sempre detto questo, ma - chiosa Delmastro - mi pare che se dovessi spiegarlo a una classe di bambini di quinta elementare non faticherebbero a capirlo...".

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